A 36 primavere Michael Berrer, dopo 17 anni passati nel circuito, ha deciso di dire basta.
Con lui non va via un campionissimo, ma decisamente un buon giocatore, un interprete del gioco d’attacco, specialista del serve&volley, come se ne vedono sempre di meno in giro per il Circus.
Berrer, che gli appassionati ricorderanno allenato da Claudio Pistolesi per oltre un anno tra il 2009 e il 2010, ha sempre stazionato nella top 200 ATP, con punte importanti della sua carriera al n. 42 (maggio 2010, proprio sotto la direzione del coach romano) offrendo un tocco di alternatività al panorama tecnico mondiale, sempre più appiattito dal power-tennis. In anni diversi avrebbe ottenuto risultati di altro spessore, sebbene la sua conformazione fisica, particolarmente massiccia, lo abbia fortemente limitato negli spostamenti e nella tenuta, in uno sport in cui la componente delle mobilità stava diventando sempre più fondamentale.
Negli Slam spicca il terzo turno ottenuto al Roland Garros nel 2011, mentre nel circuito ATP ha ottenuto solo due successi ma in doppio, ma due finali nel 250 di Zagabria. Nel circuito Challenger invece ha conquistato diversi allori, ovviamente sul veloce indoor, superficie che esaltava il suo ottimo servizio e le sue doti nel gioco di volo: anche quest’anno, a Leon, ha conquistato un torneo, segno che la longevità è ormai un valore assoluto nel tennis mondiale. Fece parlare di sé lo scorso anno, quando ad inizio stagione sorprese Rafael Nadal a Doha. Si dedicherà ancora al tennis giocato, nella Bundesliga, magari pregustando una carriera da coach, mettendo a frutto la sua laurea in psicologia.
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