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“Le Monf”: tra gioie e dolori

Monfils, soprannominato “Le Monf” classe 1986, fa parte di quella generazione di tennisti trentenni che in questi ultimi due anni si sono risvegliati dal torpore e sono stati investiti da una nuova energia, raggiungendo così ottimi risultati e, ancora una volta, alte posizioni in classifica mondiale.

Se nel 2016 raggiunge il suo miglior ranking, posizionandosi sesto, già l’anno seguente si vede costretto a dover rinunciare alla partecipazione di numerosi tornei causa infortuni al ginocchio destro e al tendine di Achille. Nel 2018 invece riparte a gennaio da Doha, dove conquista il settimo titolo in carriera battendo in finale il Next Gen Andrey Rublev. L’anno procede bene, arriva 4 volte ai quarti, 2 in semifinale e 2 volte in finale: nel mese di settembre vince il Kaohsiung Challenger e ad ottobre si arrende ad Anversa, perdendo contro Kyle Edmund.

Il parigino inizia questo 2019 già col botto. Raggiunge le semifinali a Doha, in cui viene sconfitto da Daniil Medvedev, ma vince il torneo di Rotterdam, giocando una partita difficile contro il suo amico di sempre Stan Wawrinka con il quale si allena insieme da 14 anni. Dunque ottenere il suo ottavo successo non è stato affatto facile. Gael conosce molto bene il gioco dello svizzero, che nel secondo set ha letteralmente dominato, ma nel terzo “Le Monf” ha ritrovato la calma, e i colpi, ed è ripartito in quarta, portandosi a casa il titolo e conquistando la 23° posizione del ranking mondiale.

Pur essendo considerato uno dei maggior talenti, la carriera del francese dal carattere caraibico, è sempre stata altalenante. Dotato di una notevole prestanza fisica, è tecnicamente preciso, potente e veloce. Il suo punto debole è la mancanza di concentrazione durante tutto un match che lo porta prima ad eseguire colpi devastanti e salvataggi straordinari poi a compiere banali errori. I suoi limiti sono però anche la sua caratteristica.

Tra incoscienza e scenografia, tra follia e riflessi pronti, tra genio e talento spesso mette a segno punti spettacolari, fantasiosi ed estrosi, al limite dell’impossibile. E’ facile vederlo compiere colpi no-look, colpi volanti, scivolate, smash e dritti con salti altissimi. Insomma in campo si diverte e fa divertire. Con la sua spettacolarità, insieme agli atteggiamenti spiritosi che mostra in partita, conquista sempre di più le simpatie del pubblico, il quale inevitabilmente prova subito affetto e ammirazione.

Lo stravagante moro, dagli occhi buoni e sempre sorridenti, però è anche molto serio e sportivo. Si allena con impegno ed è sempre molto corretto con i suoi avversari: anche al termine delle sconfitte mantiene sempre una condotta gioviale, abbracciando i rivali con sportività.

Anche se Gael considera il tennis più un gioco che un lavoro, ha ultimamente dichiarato di volersi migliorare e provare a salire fino ai massimi livelli. Noi ovviamente glielo auguriamo. Non vediamo l’ora di poter gioire insieme a lui e soprattutto di lasciarci trascinare nel vortice della sua energia, bizzarra e potente, e dalla sua irruente allegria. Con la sua gioia a volte sembra voglia comunicare come la vita da tennista sia bella e divertente, quando in fondo, lo sappiamo, non sempre lo è. Bel messaggio che non riceviamo proprio da tutti i tennisti ma sicuramente è un ottimo spot per i più giovani che decidono di intraprendere la strada, decisamente ripida, del professionismo.

Isabella Bonciani

Redazione Tennis Circus

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