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Lucas Pouille: il nuovo d’Artagnan del tennis mondiale

“E’ finita con l’ultimo dritto, e stiamo probabilmente assistendo alla nascita di un campione”, così recita il commentatore dopo che Lucas Pouille scaraventa l’ultimo dritto vincente di una serie infinita che chiude la battaglia tra lui e Nadal. Il commentatore è chiaramente emozionato al pensiero che forse è riuscito ad essere la voce narrante di una sfida che probabilmente nella sua testa ricorda Federer vs Sampras a Wimbledon 2001. Probabilmente è sbocciato un nuovo protagonista agli alti ranghi del tennis mondiale, un talento di cui ci siamo dimenticati, perché forse troppo impegnati ad assistere alle gesta dei prescelti: tali Thiem, Zverev e Kyrgios. II commentatore trascinato dall’entusiasmo esagera sicuramente a battezzarlo così presto come un campione, perché come diceva il compianto Arthur Ashe “I campioni sono quelli che cambiano il gioco, quelli che lo lasciano diverso da come l’hanno trovato. Questa è la differenza tra un campione e un vincente”
LA CARRIERA – Ma allora cerchiamo di scoprire qualcosa in più sul nuovo d’Artagnan del tennis francese. Lucas Pouille nasce il 23 febbraio 1994 a Grande-Synthe, un comune di 20.000 abitanti all’estremo nord della Francia. Lucas fa i primi passi da professionista nel 2014 a Marsiglia e Montpellier, grazie a delle Wild-Card, ma perde in entrambi in tornei al primo turno. Nel finale di stagione supera le qualificazioni a Parigi Bercy, nel tabellone principale batte Karlovic e Fognini per poi presentarsi al grande mondo del tennis perdendo nel terzo turno con Roger Federer. Il 2015 per Pouille è un’anno di transizione, partecipa a molti Challenger e inizia ad aumentare sempre di più la sua confidenza con il circuito vero e proprio. Il 2016 è però l’anno della svolta. Agli Australian Open perde subito, ma inizia ad ottenere buoni risultati sul rosso dove a Bucarest perde la sua prima finale in carriera con Nando Verdasco. A Roma perde nella qualificazioni, ma in partenza viene a sapere del ritiro del connazionale Tsonga che lo catapulta nel tabellone principale come Lucky Loser. Lucas coglie l’occassione al volo, si toglie grandi soddisfazioni battendo Ferrer, e grazie al ritiro di Juan Monaco vola in semifinale, a causa del ritiro dell’argentino i media gli regalano il non facile soprannome di “Lucky Pouille”. Nel penultimo atto viene strapazzato da Murray e così torna a casa con un cospicuo assegno e un balzo in classifica di ben ventun posizioni, che lo porta al numero trentuno del mondo. Con il risultato di Roma si guadagna il pass di testa di serie al Roland Garros, dove però perde al secondo turno dallo slovacco Martin. A Wimbledon, fa un super-torneo che lo porta ai quarti di finale per la prima volta in un major, verrà sconfitto poi dal troppo esperto Berdych. E poi si arriva agli Us Open dove mette in fila: Kukushkin, Chiudinelli al quinto, Bautista al quinto ed infine in una drammatica battaglia Rafael Nadal.
E RAFA? – Per Nadal è l’ennesima sconfitta troppo dura da digerire, inutile ripetere che erano partite che anni fa si vincevano, perché lo sappiamo già. Ma quello che preoccupa di Rafa non è la carenza di voglia di lottare – quella non mancherà mai – ma un aspetto psicologico con cui dovrà fronteggiare sempre più spesso negli anni a venire: il fatto che non è più il soldato invincibile che era anni fa, ma che il tempo scorre per tutti e anche per lui. Capito questo si riusciranno a dimenticare presto sconfitte pesanti come quella di ieri notte. Ma noi nel profondo siamo sicuri che Rafa non ci deluderà, supererà anche questa e tornerà, magari non più forte di prima ma con più consapevolezza che le lancette girano anche per lui.
QUANTA FRANCIA – Nei quarti di finale si scontreranno Gael Monfils e Lucas Pouille, così da assicurare alla Francia un posto in semifinale. L’ultimo semifinalista francese in uno slam fu Gasquet a Wimbledon 2015, per l’ultimo finalista si deve scorrere fino all’Australian Open 2008 quando un giovane Tsonga si arrese a Djokovic, mentre per l’ultimo vincitore si deve tornare indietro fino al 1983, quando un giovane Yannick Noah sbancò al Roland Garros.

Gianluca Henry

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