Mansour Bahrami non ha avuto molta fortuna come giocatore professionista. Non ha potuto competere con i migliori (massima posizione raggiunta: numero 192 in singolo e 31 in doppio), forse anche per il fatto che il suo paese ha reso impossibile la diffusione di uno sport così elitario. Il suo talento era destinato ad essere impiegato altrove, come per esempio il circuito ATP Champions, a cui partecipa dal 1997, senza essersi perso neanche un’edizione. L’iraniano, sorridente come sempre, è felice per il ruolo che gli è toccato e promette di non posare ancora l’ascia di guerra.
“Ho giocato molte partite speciali, uniche. Per me è stato un piacere stare qui in questi vent’anni, potrei giocare per sempre contro tutte le leggende di questo secolo. Per citarne alcuni, mi è sempre piaciuto giocare contro Nastase, McNamara o Wilander. Un’anno ho giocato in doppio con John McEnroe contro Becker e Borg. Ho un sacco di bei ricordi.” – ricorda Mansour.
“E’ passato molto tempo, ma il luogo rimane lo stesso, tranne una volta in cui ho giocato ad Olympia (Londra) perchè Cliff Richard aveva prenotato la stanza con due o tre anni di anticipo. Ora abbiamo grandi organizzatori e so qual è il mio ruolo ogni volta che accetto di giocare qui. L’atmosfera è molto calda ed amichevoli.” – dice uno dei giocatori più unici che abbia mai avuto il circuito, uno di quelli per cui vale la pena pagare il biglietto.
“Il pubblico qui è fantastico, hanno una grande conoscenza del tennis. E’ molto eccitante vedere che ci sono persone che continuano a venire a vedermi dopo 20 anni. Il desiderio è quello di continuare a fare questo per molte altre stagioni.” – dice l’iraniano, felice nel suo ruolo e consapevole di essere ancora forte ed in grado di deliziare gli spettatori.