Identikit: Zagabria (Croazia, 28 Febbraio 1979), altezza 208cm, peso 104 kg.
Double handed backhand, W/L 407-330
Coach: Mirko Pehar
Favourite Surface: Hard Court
Singolare: 5 Titoli ATP 250, 6 Challenger, 4 Titoli ITF Futures
Doppio: 1 Titolo ATP 250, 4 Titoli ITF Futures
Best Ranking: 14° (18/08/2008)
Il grande Ivo, il gigante buono, è uno di quei tennisti che porta una grande ventata di umanità all’interno del circuito, con i suoi modi semplici e gentili, e la sua voglia di mettersi in gioco come se fosse un ragazzino in rampa di lancio.
La sua carriera da professionista inizia nel lontano 2000, quando un ragazzo lo era davvero, dopo una lunga serie di partecipazioni a Futures e tornei di casa, normali tappe per la formazione di un giovane in avvicinamento al circuito maggiore.
Nel corso del suo primo anno di attività, il buon Ivo riesce anche a raggiungere qualche quarto di finale Challenger, concentrando però la sua attenzione sui Futures ( 2 belle vittorie in Francia), mentre già nel 2001 mette a segno il primo colpo importante, con la vittoria finale nel Challenger di Urbana, IL, negli Stati Uniti, sconfiggendo tra gli altri anche il suo connazionale Mario Ancic.
Si impone in un altro torneo Futures, a Pensacola, ma il 2002 sembra avido di successi per il croato, con i soli risultati degni di nota che sono le vittorie su Verdasco, Mahut ed ancora Ancic.
Il salto di qualità avviene nel 2003, quando riesce per la prima volta in carriera a raggiungere il 3′ turno sulla prestigiosa erba di Wimbledon, battendo Tursunov e Pescosolido nelle quali ed estromettendo nientemeno che Lleyton Hewitt al primo turno, perdendo poi da un altro cannoniere, il bielorusso Max Mirnyi.
Semifinale a Bristol la settimana successiva e vittoria al Challenger di Binghamton, battendo Muller, Baker, Lu, Benneteau e Thomann in finale.
Passa una settimana e Ivo fa suo anche il Challenger del Bronx, NY, e per dimostrarsi mai sazio di vittorie, raggiunge il 3′ turno anche nello Slam americano, giocandosi, in appena due turni, la bellezza di 6 tiebreak.
Fatta eccezione per la vittoria a Calabasas, sul cemento americano, sua superficie preferita, per Ivo inizia un periodo avido di vittorie (che si protrarrà fino al 2007) che però lo vedrà protagonista di vari piazzamenti molto interessanti: terzo turno agli Internazionali di Roma partendo dalle qualificazioni e mettendo in fila Tommy Haas e Tommy Robredo, perdendo solo da un fenomenale Carlos Moya al terzo set, 4′ turno a Wimbledon uscendo per mano di un certo Sig. Roger Federer, ottavi di finale anche a Cincinnati, fuori da Safin, e ottavi alle Olimpiadi di Atene, sempre vittima di Moya.
Nell’ultimo quarto di stagione, fino al maggio dell’anno successivo, Ivo fa incetta di primi turni, calando notevolmente anche dal livello fisico.
Con l’arrivo della bella stagione, tuttavia, ritrova la verve dei giorni migliori, facendo finale al Queen’s a Londra, sconfitto da un Roddick obiettivamente superiore, e raggiungendo di nuovo i quarti di finale a Nottingham, ed ai Master Series di Washington e Madrid; in quest’ultimo riesce ad avere la meglio di un giovanissimo Novak Djokovic, di Andy Roddick, venendo eliminato solo dall’istituzione della terra rossa David Nalbandian.
Ad inizio 2006 vince il suo primo e unico torneo di doppio in carriera, in coppia con il sudafricano Haggard, a Memphis. Raggiunge le semifinali a Las Vegas, fuori da Blake, ed i quarti a Barcelona, fuori in tre set da Wawrinka.
I buoni risultati, distribuiti sulle varie superfici e nei vari periodi della stagione, lo tengono all’interno della Top100, sebbene sfiori l’uscita da tale classifica di fine anno quando, proprio nel 2006, termina nella casella N.99.
Karlovic sfiora un nuovo successo a San José, dove deve però arrendersi a Andy Murray, alla sua prima vittoria da professionista; neanche il tempo per ripensare al successo sfumato che, dopo poche settimane, Ivo si issa sul gradino più alto del podio nell’International Series di Houston, sempre in Nord America anche se, stavolta, sulla terra rossa, battendo in serie Haas, Montanes e Mariano Zabaleta.
Altro mese di Giugno da ricordare, quello del 2007, con la finale a Surbiton (persa da Tsonga), quarti sull’erba del Queen’s, e vittoria a Nottigham infilando Simon, Del Potro, Wawrinka, Tursunov e Armand. Niente male!
Che il 2007 non sia un anno come gli altri per l’ormai 28enne di Zagabria, si può notare anche dalla caratura degli avversari sconfitti durante tutto l’anno solare, tra campioni di oggi e di ieri.
La striscia positiva continua, con due semi a Washington ed a New Haven, quarti a Bangkok, semifinali ancora a Tokyo e la vittoria di Stoccolma sul padrone di casa Thomas Johansson.
Il 2008 è l’anno del best ranking, ma andiamo con ordine in questa lunga carrellata: ancora semi a Rotterdam, ottavi a Roma, fuori da Federer (sono state ben 6 le sconfitte subite dallo svizzero in soli 6 mesi, con relativa sfortuna nell’estrazione dei tabelloni), ottavi ad Amburgo, ed ancora quarti al Queen’s (stavolta è Nadal ad estrometterlo), seconda vittoria a Nottingham (su Querrey, Seppi, Monfils e Verdasco), infine semi a Cincinnati dopo aver superato per la prima volta agli ottavi la bestia nera Federer.
Eccolo, finalmente, il tanto agognato best ranking da N.14 del mondo.
Senza dilungarsi ancora con le statistiche, va sottolineato comunque che, visti i fisiologici cali ai quali va incontro un tennista, pro o semi che sia, Karlovic ha dimostrato, nella sua lunga e proficua carriera, di aver fatto della continuità un elemento importantissimo che lo ha visto restare per ben 11 anni tra i primi 100 del mondo; cosa non da tutti di questi tempi.
La sua vittoria di quest’anno nel 250 di Bogotà, dopo ben 5 anni senza successi in un torneo maggiore dopo Nottingham 2008, oltre alla semifinale di Mosca ed alla finale di Memphis, lo ha definitivamente rilanciato, alla veneranda età di 34 anni, e lui non ha alcuna intenzione di fermarsi.
Lo scorso anno, nel bel mezzo della stagione, è stato vittima di una meningite virale che ha fatto temere per la prosecuzione della sua carriera: I dottori non sapevano se avrei recuperato al 100% ha detto lo stesso Karlovic a tennis.com dopo il suo rientro nel torneo di Newport. Non mi ricordavo il mio nome, non sapevo che anno era, sono stato malissimo. Il mio braccio destro era sempre indolenzito, avevo degli incredibili mal di testa: se fossi rimasto in quelle condizioni ancora per un po’ avrei subito sicuramente delle conseguenze peggiori.
Superata la malattia, Ivo è tornato a dedicarsi a tempo pieno al tennis tornando ad essere un avversario veramente ostico, sia per il suo temibile servizio (a Zagabria ha eguagliato il record di aces messi a segno in una partita nel torneo, la bellezza di 44), sia per l’esperienza maturata negli anni.
Proprio in questa settimana ha raggiunto i quarti di finale al 500 di Acapulco, battuto solo da un Dolgopolov in stato di grazia, il che fa ben sperare per il futuro, anche se con una carriera così alle spalle, non c’è assolutamente nient’altro da chiedere al nostro gigante buono, che dalla sua, non ha tuttavia alcuna voglia di farsi da parte.
Su ciò che ha conquistato sul campo è stato detto abbastanza, perciò vi segnalo una divertente intervista che onthegotennis.com ha realizzato lo scorso anno, nella quale Ivo da il meglio di se, e di se regala la parte migliore del suo carattere.
Enjoy!