Roberta Vinci non è esattamente un personaggio, di quelli mediatici che sfondano lo schermo, per intenderci. Si è fatta strada negli anni sgomitando tra i successi delle connazionali più quotate, con addosso l’etichetta di “doppista” e per questo riserva della squadra di Fed Cup.
La svolta arriva a partire dal 2011 con la conquista di tre titoli WTA, la scalata in classifica ed i quarti a New York l’anno seguente. E’ arrivata forse tardi alla conquista della maturità tecnica, Roberta, con quel suo tennis un po’ vintage da racchetta di legno. Disse di lei l’amica e collega Flavia Pennetta che affrontarla sui campi veloci era impresa assai ardua, questo quando nel 2009 la brindisina uscì sconfitta dalla Vinci sui campi di Tokyo ed allora Roberta era un nulla di fronte al nome più altisonante della n.1 d’Italia.
Ci aveva visto lungo l’amica d’infanzia, 6 anni dopo sui campi in cemento più importanti del mondo, quelli di Flushing Meadows, Roberta sconfisse Serena Williams in semifinale, impedendo così un possibile Grande Slam.
A detta sua pare sia probabile l’addio al tennis a fine stagione e lo farà a testa alta, dopo aver compiuto la più grande impresa della storia, dopa aver rappresentato uno degli ultimi talenti del tennis italiano.
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