The future is now. Forse Kevin Anderson l’aveva già capito prima del match, tanto da incitarsi con ripetuti “come on!” ad ogni punto. Il sudafricano voleva presumibilmente ribellarsi a un destino già scritto, a cui purtroppo per lui non è riuscito a sfuggire. Eppure questa bella vittoria del 20enne tedesco poteva essere già spezzata da Jordan Thompson, il quale, avanti 5-4 e servizio nel tiebreak del set decisivo, ha pensato bene di fare un bel doppio fallo. Zverev, però, sembrava ancora imballato, poiché nella seguente partita contro Sandgren, miracolato dall’ennesima “kyrgiosata” (ispirato alla più celebre “cassanata” o “balotellata”), non aveva convinto. Da lì in avanti, Sascha cambia marcia.
Non è una novità che il tedesco si senta di una categoria superiore e siano le sfide contro grandi tennisti a stimolarlo maggiormente. E allora ecco rifilati due set al quasi coetaneo Medvedev in un’ora scarsa, altrettanti a Kei Nishikori, non proprio il primo che passa, anche se in quella partita sembrava proprio così, e infine anche al gigante di Johannesburg nell’atto conclusivo del torneo. Appare evidente, nel confronto tra Zverev e Anderson, come la mobilità e gli spostamenti del tedesco siano migliorati nel corso del tempo e abbiano avuto un’impennata quest’anno. Sascha gestisce i sue due metri come fossero piume, Anderson conferma i suoi limiti, nonostante l’ottimo torneo disputato.
È la cura maniacale dei dettagli che sta disegnando attorno a Zverev la veste del campione: lo stesso Alexander non dimentica nessuno nel discorso di ringraziamento. Si va dal già citato preparatore atletico al cane, passando per Juan Carlos Ferrero, una presenza forse sottovalutata. “Ma come, Ferrero è un terraiolo, cosa può dare a Zverev sul cemento?” La mentalità, che si è vista sul campo. Un torneo, una vittoria e forse non sarà l’ultima, anzi, come ha detto lo stesso Sascha, speriamo che possano esserci altri successi. Intanto, per adesso ci sono i 5 titoli complessivi, i 4 nel 2017, un Masters 1000, 2 ATP 250 e 1 ATP 500 appena conquistato.
Da oggi, Sascha sarà numero 8 del mondo a quota 3560 punti e numero 4 della race a 3165 punti. La Race to Milan è una prassi che non necessita nemmeno menzione. E adesso, con le defezioni di Djokovic e Wawrinka fino al 2018, si fa sempre più concreta la possibilità di vedere Zverev alla O2 Arena contendersi il titolo con i mostri sacri Federer e Nadal. Forse è viaggiare troppo con la mente: può darsi. Adesso c’è Montreal, dove Zverev difende un misero primo turno del 2016. È ora per il giovane tedesco di confermarsi su palcoscenici sempre più alti.
Di Alessandro Leva (Gestore della pagina Alexander Zverev Italia)