Schnyder, Patty chiari e carriera lunga

La 38enne di Basilea tre settimane fa è tornata a vincere un match nel circuito WTA dopo oltre sei anni. A Gstaad la ex-numero 7 del mondo ha poi perso al secondo turno dalla tedesca Lottner.

Era un anno esatto che non giocava un incontro in un main-draw del circuito maggiore WTA. Allora come oggi, furono gli organizzatori del torneo di casa a garantirle una wild-card ma lei perse al primo turno contro la ceca Katerina Siniakova. Stavolta a Patty Schnyder è andata meglio perché al debutto le è toccata in sorte un’altra nelle sue stesse condizioni, ovvero la connazionale Amra Sadikovic, pure lei wild-card. Tra le due, dieci anni di differenza (28 Amra, 38 Patty), una figlia (la Schnyder è diventata mamma alla fine del 2014) e soprattutto 11 titoli WTA (quelli conquistati in carriera da Patty, che è stata n°7 del mondo nel novembre del 2005).

Ma sul campo, stavolta, la differenza non si è vista e, in una sfida piena di errori ma anche di emozioni, la Sadikovic ha annullato quattro match-points (di cui tre consecutivi) nel secondo set, ha vinto lo stesso al tie-break e a sua volta ha avuto cinque palle per accedere al secondo turno. “Confesso di aver iniziato il terzo set con il morale basso per aver sprecato le occasioni in quello precedente. Sui mathc-points però Amra ha giocato davvero bene e in realtà penso di aver avuto poco da rimproverarmi. Lei è fatta così: talvolta sbaglia colpi facili ma è anche capace di soluzioni di grande qualità” ha dichiarato la Schnyder.

Nel parziale decisivo, la 38enne di Basilea si è dunque trovata cinque volte con le spalle al muro ma è sempre riuscita a cavarsela e alla fine ha chiuso il tie-break in suo favore con il punteggio di 8-6. “Non capitano tutti i giorni match del genere; sono molto soddisfatta di essere riuscita a portarlo a casa” ha continuato la svizzera, che poi ha detto di non ricordare che la sua ultima vittoria in un torneo WTA fosse stata quella contro l’allora sedicenne Madison Keys al primo turno di Miami 2011.

Ritiratasi ufficialmente dopo la sconfitta con Sorana Cirstea al primo turno del Roland Garros 2011, Patty era tornata in attività due anni fa prendendo parte all’ITF di Darmstadt. Poco più di un mese dopo è arrivato il primo titolo della sua seconda carriera (il 10.000$ di Praga, ottenuto partendo dalle qualificazioni). Fatta eccezione per la parentesi di Gstaad 2016 (e il tentativo di qualificarsi per Linz, fallito per colpa della connazionale Voegele), la Schnyder ha continuato a frequentare il circuito minore con una certa regolarità e negli ultimi mesi, sull’amata terra rossa, ha ottenuto un paio di ottimi risultati in altrettanti 25.000$: dapprima la finale a Essen (in cui ha dovuto ritirarsi all’inizio del terzo set contro la Kanepi) e infine la vittoria a Perigueux, battendo in finale la nostra Rosatello.

Al secondo turno di Gstaad, Patty ha dovuto vedersela con una giocatrice particolarmente in fiducia, ovvero la giovane tedesca Antonia Lottner. Specialista dei fondi veloci, la ventenne di Dusseldorf si è messa in luce quest’anno battendo Dominika Cibulkova sull’erba di ‘s-Hertogenbosch ma nel 2016 infilò due importanti ITF consecutivi sulla terra (Versmold e Praga) proprio dopo aver perso dalla Schnyder a Stoccarda.

Dopo aver fallito di un soffio le qualificazioni a Wimbledon, la tedesca le ha centrate a Gstaad e al secondo turno si è imposta alla Schnyder (che comunque con questo risultato ha guadagnato 24 posizioni nel ranking) con lo score di 7-6, 2-6, 6-3. Determinante il primo parziale, con Patty incapace di convertire tre palle-set e poi crollata nel tie-break (7-0); dopo aver conquistato il secondo, alla lunga la stanchezza si è fatta sentire per la svizzera e Antonia Lottner ha potuto chiudere a suo vantaggio l’incontro durato più di due ore.

Nella lunga stagione-vintage del tennis, c’è posto dunque anche per la talentuosa mancina elvetica che, con marito e figlia al seguito, continua a divertirsi e divertire nel circuito.

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