In campo Sebi Korda ha un’espressione triste, quasi consapevole del suo ruolo da ultimo dei Mohicani nell’Olimpo del tennis. Quando vince – sempre più spesso – lo fa con la corrucciata mimica dell’intellettuale, come se portasse sulle spalle quell’insostenibile leggerezza dell’essere con cui condivide le origini.
La demi-volée sfoggiata poco meno di un mese fa, nella partita dei quarti dell’ATP 250 dell’Estoril giocata contro Félix Auger-Aliassime, dice tutto di lui. La perfezione di un gesto inatteso, l’eleganza di chi con un tocco può fermare il tempo. Con malinconica nonchalance, dopo quel colpo Korda butta via il game, come un ragazzo che scrive una splendida lettera al suo primo amore poi la straccia, consapevole di non essere ricambiato.
Già, perché il tennis classico del figlio di Petr difficilmente riuscirà a dominare in un periodo storico brutale, in cui i gesti bianchi cedono il passo – purtroppo o per fortuna – all’estro primitivo e alla forza bruta di ragazzi come lo stesso Auger-Aliassime, o del nuovo mostro Carlos Alcaraz.
Figlio di Petr e Regina Rajchrtová, ex 26 WTA, Sebastian più che un raccomandato sembra un predestinato: vent’anni dopo il padre, nel 2018 vince gli Australian Open (junior, s’intende). E a proposito di figli d’arte, l’americano è fidanzato con Ivana Nedved, anche lei di origine ceca come lui ma nata e cresciuta in Italia. Alla figlia del Pallone d’Oro Pavel ha dedicato un tenero “ciao amore”, scritto sulla telecamera dopo la vittoria proprio contro Alcaraz a Monte-Carlo.
Il tocco, dicevamo, è da pianista. Sebi, tuttavia, è stato indicato da molti addetti ai lavori come potenziale candidato ai primi posti del ranking mondiale. Cosa gli manca? L’attuale numero 30 del mondo ha sì mostrato di possedere qualità straordinarie, ma anche di peccare in continuità. Come ho già accennato, è stato uno dei tre tennisti a battere Carlos Alcaraz nel 2022, ed è in buona compagnia: gli altri due sono Matteo Berrettini e Rafael Nadal. Lo ha fatto in tre ore, domando il vento del Principato e prendendosi la rivincita della finale NextGen ATP Finals dello scorso ottobre. Quest’anno, a Indian Wells, l’ex numero 1 del mondo junior ha sfiorato l’impresa proprio contro il suo idolo Rafa: avanti 5-2 nel terzo, ha subito la rimonta di quello che probabilmente è il più grande lottatore della storia di questo sport. Ci sta, non è di certo un’onta perdere una partita del genere: sono le sconfitte rimediate contro Fritz (su terra), Kecmanovic, Taberner, Tiafoe, Musetti e Van De Zandschulp a costringere il giovane Sebi a fare qualche riflessione in più.
Soltanto il tempo saprà dirci se quello di Korda è lo step intermedio di un percorso di crescita, meno esplosivo di quello di Alcaraz ma comunque indirizzato ai massimi livelli, oppure un vero e proprio limite mentale che gli impedirà di affermarsi nell’élite del tennis mondiale. Il fisico imponente e il braccio educato fanno ben sperare: un posto nei top ten è ampiamente alla sua portata.
Rinviato ieri causa pioggia dopo un solo game, il match che ha visto Korda affrontare per la prima volta l’australiano John Millman è ricominciato in tarda mattinata. Sebi ha dominato il primo set, concedendo soltanto un gioco a Millman, il quale tuttavia ha dato il meglio di sé negli altri due parziali. Ciò non ha impedito al nativo di Bradenton in Florida di battere il tennista di Brisbane senza concedergli un set. 6-1, 7-5, 7-6(6) il risultato finale.
Il figlio di Petr sfiderà al secondo turno lo splendido, quanto decadente Richard Gasquet, che ha regolato Lloyd Harris concedendogli appena otto game. La sfida tra Korda e Gasquet stuzzica l’immaginazione degli esteti del tennis, con l’americano che ha dalla sua l’esuberanza dei suoi 22 anni e il francese che tuttavia potrebbe esaltarsi di fronte al pubblico che tanto l’ha amato nel corso degli anni. Battendo l’ex enfant prodige transalpino, ad attenderlo al terzo turno potrebbe esserci proprio Carlos Alcaraz. Stavolta, però, il baby fenomeno di Murcia sarà ancor più difficile da fermare.