Senza trucco… Roberta Vinci

Nel panorama del tennis italiano si parla soprattutto dell’instancabile Sara Errani, del glorioso- a volte -Fabio Fognini, il diligente Andreas Seppi, di Flavia Pennetta , la splendida, e della Giorgi, l’emergente.

Nel panorama del tennis italiano si parla soprattutto dell’instancabile Sara Errani, del glorioso- a volte -Fabio Fognini, il diligente Andreas Seppi, di Flavia Pennetta , la splendida, e della Giorgi, l’emergente.

Di lei, Roberta Vinci ci si ricorda soprattutto perché giocava in doppio con Sara Errani e per i loro “chichies”-siparietti . Eppure Roberta Vinci, ormai ultra trentenne ne ha avute molte di cose da raccontare e molte ne ha ancora, non ultima semifinale agli US Open conquistati in questi giorni.
Un gioco particolare quello di Roberta, forse non troppo apprezzato ma sicuramente efficace, con quel suo rovescio slice che ha mandato fuori giri molte giocatrici, anche del calibro di Serena Williams con la quale ha giocato ultimamente a Toronto.
Roberta oggi, a 32 anni è ancora fra le migliori 4 degli US Open, e con la conquista di questa semifinale scivola dalla 43esima alla 27esima posizione del ranking.

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Ma chi è Roberta Vinci? Roberta è nata a Taranto, e cresciuta a “parmigiana e tennis”. Suo padre, ragioniere all’Italsider, sulla strada da casa al lavoro passava davanti al tennis club di Taranto e decise di iscrivervi Roberta e suo fratello maggiore di 2 anni.
Il padre Angelo, che afferma che “di tennis se ne intende” racconta “Si vedeva la naturalezza dei movimenti, quel correre verso la palla senza aspettarla”.

Roberta usciva da scuola e papà era fuori ad attenderla in auto. Con un panino. Il suo pranzo. E subito sui campi ad allenarsi e a casa per i compiti. Troppo brava, troppo forte. Presto, a tredici anni, è stata notata dalla Federazione italiana Tennis e dopo la licenza di terza media, portata a Roma ad allenarsi. “Niente infanzia e niente adolescenza. Nonostante tutto ha saputo gestire da sola, lontana da casa, momenti cruciali” racconta la mamma. La federazione voleva tassativamente che i genitori stessero lontani dai ragazzi durante gli allenamenti a Roma e il padre spiava da lontano, da una collinetta i suoi progressi. “Cosa ci è mancato di più, di quegli anni? Ci è mancata lei. Ci è mancata la ragazza che stava diventando”.

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E da lì cominciò tutto. L’ingresso al professionismo nel 1999, e i primi successi in doppio, appena diciottenne, con Sandrine Testaud, con la quale nel 2001 conquista le semifinali al Roland Garros e agli US Open. Da allora la strada è stata lunga e molti i successi, Roberta ha conquistato ben 9 tornei wta in singolo, vinti su tutt’e tre le superfici di gioco, è stata quattro volte campionessa in Fed Cup ricevendo anche riconoscimenti dal Coni .

Nel 2012 ha raggiunto i quarti anche nei Giochi Olimpici e sempre nel 2012 ha disputato il “Master B” di singolare a Istanbul.
Nel Giugno 2013 ha raggiunto il numero 11 del ranking in singolo, e dall’ottobre 2012 è stata numero 1 di doppio con Sara Errani con la quale si è aggiudicata ben 25 tornei compresi gli Slam, e conquistando il Grand Carrier Slam, cioè vincendo in tutti e quattro gli Slam nel doppio.

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L’amicizia-collaborazione con Sara Errani ha segnato molto la carriera di Roberta. All’epoca della loro unione i ranking della romagnola e della pugliese si aggiravano tra la 40esima e la 60esima posizione nel singolare mentre il doppio, vedeva Sara n.73 e Roberta n.82. Roberta Vinci era più grande di cinque anni rispetto a Sara. Presto la loro unione è diventata un sodalizio. Le due erano diventate “una cosa sola”, le “Cichis”, un doppio granitico, giocato sulla solidità di Sara da fondo campo e dagli interventi precisi, di Roberta Vinci a rete. E’ stato il doppio che meglio ha usato il lob e che, anche nelle giornate negative, spesso è riuscito a farsi valere grazie proprio alla loro grande complicità. Ma come tutte le storie anche quella di Sara e Roberta ha avuto un inizio e una fine.

Francesco Cinà, coach della Vinci, ha spesso dichiarato che la cosa che più gli dispiaceva per Roberta erano le molte sconfitte in singolo contro la sua amica Sara Errani
Poi finalmente , il 14 luglio del 2013, è arrivata l’agognata vittoria-riscatto nella finale di Palermo, alla fine della quale le due si sono fatte un abbraccio finale, forse un po’ forzato. E, infine, quindici giorni dopo, sempre nel 2013, il successo di Roberta sull’amica-rivale negli ottavi di finale di Cincinnati, che forse è stata la goccia che, inevitabilmente, ha fatto traboccare il vaso.
In campo, durante e dopo il match, vinto da Roberta con il punteggio di 6/4 6/3, sembra che le due se ne siano dette di tutti i colori. E da lì la rottura.

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Dice sempre Cinà di Roberta “E’ una ragazza meravigliosa, che mi stupisce giorno dopo giorno per i progressi. E’ un po’ troppo permalosa, ma ha tanti pregi, solare, sempre sorriso in faccia, di compagnia”.
Nel 2015 i pochi i successi in singolo per Roberta l’hanno fatta scendere fino al n 43 del ranking. Forse la rottura con Sara Errani, come spesso succede, ha inciso sul morale della tarantina. Ma ora questi quarti ci ridanno energia e ci fanno ben sperare per questa italiana forse poco appariscente ma di sicuro spessore.

Così anche oggi, nella notte italiana, Roberta scenderà in campo, e sarà il suo giorno speciale, perchè a 32 anni è in semifinale agli US Open contro la n.1 del mondo, Serena Williams, e lo farà come al suo solito semplicemente, senza trucco – come un po’criticandola dice la mamma- ma per vincere.
Gioco, partita, incontro.

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