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Sergi Bruguera, obiettivo insalatiera

Quelli legati alla Coppa Davis non sono certo i migliori ricordi di Sergi Bruguera. Il nuovo capitano della nazionale iberica maschile di tennis, attualmente assestata alla 12esima posizione del ranking mondiale, ha giocato infatti 20 incontri di singolare nella più importante competizione a squadre e ne ha vinti poco più della metà (11-9), mettendo in positivo il saldo con le ultime due durissime battaglie vinte sul rebound-ace del German Club di Città del Messico (entrambe al quinto set e recuperando da 1-2 contro Herrera e Lavalle) che però non garantirono alla Spagna la permanenza nel World Group.

Era il 1995 e, fino a quel momento, gli iberici in Davis non erano mai andati oltre la finale, conquistata due volte (1965 e 1967) e persa in trasferta contro gli imbattibili australiani. Terra di terraioli, se è consentito il bisticcio, la nazionale spagnola ha spesso legato le sue sorti alla possibilità di giocare in casa e quindi di scegliere la superficie. Era così anche ai tempi di Bruguera, che pure vinse due Roland Garros consecutivi (1993/94) e un terzo lo perse in finale contro Kuerten nel 1997 ma, proprio nel primo turno del World Group 1993, davanti al suo pubblico, sulla terra rossa allestita all’interno dello stadio olimpico di Barcellona (quello dell’Español, tanto per intenderci) , nella sfida con l’Olanda perse il primo incontro con Paul Haarhuis (6-3, 4-6, 4-6, 6-3, 6-2) e crollò nel quinto e decisivo, non riuscendo a capitalizzare un vantaggio di due set con Koevermans.

Dal 2000, quando riuscì finalmente nell’impresa di mettere le mani sull’insalatiera, la Spagna ha disputato sette finali in tredici edizioni, vincendone ben cinque, mentre nelle ultime cinque stagioni ha subìto l’onta della retrocessione e comunque non è mai andata oltre i quarti di finale nel World Group. Inevitabilmente, il rendimento della squadra è legato alla presenza di Rafael Nadal; il maiorchino nelle ultime stagioni ha centellinato le sue apparizioni e la nazionale, pur potendo contare su una quantità di ottimi giocatori, ne ha risentito. A ciò va aggiunto che la Spagna non disputa una sfida in casa addirittura dal week-end del 15 settembre 2013, quando sconfisse l’Ucraina per 5-0 e riuscì a rimanere così nel World Group.

Da allora, otto incontri in trasferta e un bilancio di 4-4 culminato con la sconfitta in Serbia dello scorso aprile, maturata già dopo le prime due giornate con Carreño Busta e Ramos sconfitti da Troicki e Djokovic nei singolari e lo stesso Carreño in coppia con Marc Lopez che hanno perso al quinto set con Troicki e Zimonjic. Inevitabile, a quel punto, l’allontanamento di Conchita Martinez che non ha tardato a far sapere alla federazione iberica tutto il suo disappunto attraverso i social: “Ho assunto l’incarico in un momento complicato e, quando le cose hanno iniziato ad andare meglio, sono stata allontanata” ha scritto la campionessa di Wimbledon 1994.

Bruguera, coach di Gasquet negli ultimi tre anni, avrà il compito non semplice di mettere in campo già all’esordio (primo week-end di febbraio in casa contro la Gran Bretagna) una formazione competitiva. Come da diversi anni a questa parte, la Spagna continua ad avere un buon numero di giocatori tra i primi 50 (attualmente sono sette) ma quello dell’età sta diventando un fattore importante tanto che il solo Carreño Busta (26) può definirsi relativamente giovane mentre già Bautista Agut e Ramos si avvicinano ai trenta, quota ovviamente superata dal quartetto composto da Nadal, Feliciano Lopez, Ferrer e Verdasco. E il futuro non sembra proprio roseo perché a livello di NextGen gli iberici hanno davvero poco: Taberner (178), Munar (224) e Kuhn (228).

Insomma, Sergi Bruguera, fortemente sponsorizzato dai senatori, dovrà cercare di far bene in fretta e magari il suo primo obiettivo sarà cercare di convincere Rafa Nadal a tornare in squadra, anche se ben difficilmente l’attuale n°1 del mondo sarà a disposizione a pochi giorni dalla fine degli Australian Open. In caso di vittoria, la Spagna giocherà in casa anche il quarto di finale contro la vincente di Australia-Germania mentre avrà il 75% di probabilità di doversi spostare nell’eventuale semifinale in quanto solo con il Giappone avrebbe il vantaggio del fattore campo, negativo invece con Francia, Olanda e Italia. Ma sarà meglio fare un passo alla volta, come quelli che abilmente Sergi Bruguera riusciva ad esprimere sul campo nei suoi anni migliori.

Peppe Nacca

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