Speciale Aus Open: Djokovic ad un passo dalla storia

Ancora una volta Novak Djokovic è (quasi) in finale dell’Australian Open. Già, perché prima di quella che sarebbe la quinta finale in nove edizioni a cui ha preso parte, il campione serbo dovrà sbrigare una faccenda tutt’altro che formale. In semifinale lo attende il campione in carica Stan, “the man” Wawrinka. Fu proprio lo svizzero che non t’aspetti, a spodestare un anno fa, il Re d’Oceania dal suo trono.
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Il serbo ha mostrato sempre di trovarsi a proprio agio in terra australiana. Fu proprio qui infatti che conquistò il primo titolo del grande Slam, nel 2008, eliminando Federer in semifinale e sconfiggendo nella finalissima il francese Jo Wilfried Tsonga, grande assente di questa edizione 2015.

Nei due anni successivi Nole si è dovuto chinare a Nadal prima e a Federer poi; ma da lì in avanti, è stato quasi impossibile arrestare la sua marcia. Djokovic vince Melbourne per ben tre anni consecutivi: 2011, 2012, 2013, diventando, insieme a Roger Federer, il giocatore in attività ad averlo vinto più volte. Doveva essere già lo scorso anno quello del sorpasso; ma poi fu proprio Wawrinka, in una combattutissima semifinale (3 set 2 per l’elvetico) a “proteggere” il record di Roger, in veste di involontario scudiero.

Nole ha giocato un torneo ancora una volta sublime: da Bedene, al primo turno, passando per Verdasco e il sorprendente Muller, sino ad arrivare all’ultimo malcapitato, nei quarti di finale, il canadese Milos Raonic, Djokovic non ha concesso nemmeno un set. Un dato impressionante che rende l’idea dello stato di forma dell’allievo di Boris Becker, che a dire il vero sono un po’ di anni che non si ferma ed è sempre al top. Se si da uno sguardo alla carta di identità, si nota come Nole non abbia ancora compiuto 28 anni. Con un Rafael Nadal che ha nella propria tenuta fisica un grande (l’unico) punto interrogativo e un Roger Federer che prima o poi, per ragioni prettamente biologiche, dovrà cedere il passo, si può agevolmente presumere che Nole abbia la possibilità di aggiungere ancora moltissimi trofei alla sua già ricca bacheca. Ma un campione come lui, si sa, è quel che è grazie alla morbosa fame di vittoria.

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In effetti, questa partita, ha tanto il sapore della finale anticipata. Lo spettacolo sarà sicuramente garantito, dato che i due, negli ultimi tre scontri diretti in uno slam, sono andati sempre al quinto set.

Novak è freddo, autoironico quando ci vuole, ma anche se non lo dichiara ufficialmente, possiamo presumere che nella testa del serbo, il pallino del Roland Garros sia tutt’altro che acqua passata. E allora Nole sa che dovrà riprendersi la sua Melbourne, quasi come una tappa forzata di un percorso, che con buone probabilità lo potrà riportare in finale a Parigi. Con qualcosa di più di una semplice chance di vincerlo: alla voce Nadal le incognite sembrano ancora molte, Federer fa notoriamente fatica al meglio dei cinque a maggior ragione sulla terra. Non lo dirà mai Nole, ma punta in primis a quell’ultimo slam che ancora manca.
Però adesso c’è da regolare Stan: ci vorrà il miglior Djokovic, perché Wawrinka difenderà con le unghie quello che ci ha messo una carriera a conquistare. Nole non deve dare nulla per scontato, perché, chi lo sa, magari già da quest’anno potrebbe diventare il giocatore in attività ad aver trionfato di più a Melbourne.  L’opportunità è troppo ghiotta per lasciarsela nuovamente sfuggire: come accadde esattamente un anno fa.

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