Oggi si segna la differenza tra un buon torneo e un ottimo torneo, tra un percorso lineare e un salto di qualità che assomiglia a un decollo. Oggi è il primo vero sanguinoso scontro con un top player in uno Slam nella zona che conta, ottavi di finale, insomma roba da adulti. Di fronte al nostro Jannik, al quarto Slam e al primo Roland Garros, c’è Sascha Zverev, semifinalista degli ultimi Australian Open e finalista a New York. Sinner comincia senza timori reverenziali e tiene il servizio per due volte, prima di imbroccare un game perfetto in risposta e brekkare a zero il numero 7 del mondo. Annulla tre palle del controbreak, portandosi sul 4-1, e anche al momento di servire per il set si salva tre volte dal ritorno del tedesco, che si innervosisce – ne fa le spese la racchetta – e soccombe al terzo set point. Il primo parziale (6-3) gira sui punti importanti, paradossalmente giocati meglio dal giocatore più giovane: punti solidi, spigliati, naturali.Anche nel secondo set, dopo un giro facile di servizi (Zverev non ha problemi quando gli entra la prima), Jannik si fa aggressivo in risposta, con i piedi in campo dopo un lungo scambio da fondo fa sconquassi con il dritto e ottiene una palla break, l’errore di Zverev fa il resto e 2-1 per Sinner. Di nuovo Sinner è bravo a contenere la reazione di Sascha e allunga con un possente dritto a sventaglio che lascia sul posto il tedesco: 3-1. Scambio fantascientifico per il 4-2, quando Sinner spinge in fondo Zverev con il dritto, poi butta una palla corta che c’entra poco e subisce la discesa a rete di Sascha, intuisce e salva il successivo smash e sulla seguente volée buca l’avversario con un passante di rovescio. In questa fase Zverev serve bene e diventa fondamentale per Sinner difendere il break di vantaggio. L’italiano rimane concentrato e si porta sul 5-3, con vista sul secondo set. Il vento adesso crea qualche problema soprattutto nel lancio di palla, mentre il passaggio delle nubi crea improvvisi momenti di buio che ricordano un’eclissi. È invece Zverev a distrarsi lasciando (da 30/0) una palla break che vale il set, ma si difende dopo uno scambio di 15 colpi. Il primo vantaggio è per il tedesco, ma una stecca di dritto riporta equilibrio, poi Jannik lo spinge fuori dal campo con il dritto per chiudere a rete un ottimo quindici. Tutto molto bello, così come la successiva risposta che induce Sascha all’errore: un altro 6-3 va in archivio. Adesso bisogna tenere duro, perché Zverev già una volta ha rimontato da 2-0, così come gli è già successo di risvegliarsi da stati apparentemente comatosi.Nel primo game si combatte, Sinner trova due ace, Zverev si difende benissimo e qualche volta riesce a salire in cattedra negli scambi e finisce per ottenere il break dopo quasi nove minuti. Per la prima volta Jannik si trova sotto nel punteggio e dopo aver trovato i primi due quindici in risposta consente a Zverev di allungare sul 2-0. Adesso l’italiano sembra in leggero affanno, me riesce a rimanere in scia. È una fase di stanca, condita da qualche errore di troppo per entrambi, Zverev ne approfitta per condurre in porto il 3-1. Non ci sono preoccupazioni a livello di gioco, ma sarebbe una grave ingenuità lasciare che il tedesco riprenda fiducia. Purtroppo però la risposta non funziona e Sascha si porta sul 40/0, rinfocolando la speranza di riaprire il match. Il 4-2 sembra servito, ma torna in campo il gemello sadico di Sinner che, dopo aver guadagnato con le unghie il 40/40, si porta avanti con un passante cinebrivido di rovescio e poi sfrutta la palla break inducendo Zverev all’errore. Sinner completa l’opera tenendo bene il servizio in un game di assestamento: 4-3. Sul 4-4 Jannik sembra in controllo ma pasticcia e si fa strappare il servizio dopo un game lunghissimo. Zverev, che è stato bravo soprattutto a difendersi, adesso serve per il set e batte bene, non vuole lasciarsi sfuggire l’opportunità e si procura tre set point tutti insieme. Ancora una volta Sinner risale da 40/0, ma è costretto a capitolare al sesto set point, pagando dazio al potente servizio di Zverev.Si giocherà ancora e sarà molto importante la reazione. Reazione rabbiosa che porta in dote il break del 2-0 con un parziale di 8-1. Nel terzo game lo strapotere di Sinner gli gioca un paradossale brutto scherzo, Jannik fa e disfa, sparando palle di una forza inaudita con qualche errore di troppo, fino a concedere un palla break (da 40/15). La scampagnata si trasforma in una maratona estenuante con scambi infiniti, dieci minuti di game per un 3-0 che non la dice tutta, perché Zverev è più vivo di quanto si possa pensare. Anche nel quinto gioco Sinner fatica, ma tiene la battuta per un 4-1 che comincia ad avere un bel profumo, che aumenta seguendo i servizi fino al 5-3. Ora si fa sul serio – sì, lo so, non è la prima volta che lo diciamo e non sarà l’ultima – perché Sinner serve per il match. L’emozione si fa sentire subito con il doppio fallo. Ma sappiamo cosa fanno i campioni dopo un errore e ormai non dubitiamo che Sinner lo sia. Jannik non trema più, si aiuta con il servizio, la chiude con il dritto a sventaglio et voilà: jeu, set, match.È dal 2005 che un esordiente non raggiungeva i quarti di finale del Roland Garros: di nome si chiama Rafael e il cognome immagino sia superfluo ribadirlo; dopodomani sarà dall’altra parte della rete, feroce come sempre – lo sa chi ha osato strappargli il servizio ed è sopravvissuto a stento per raccontarlo -, pronto a impedire qualsiasi forma di ribellione al suo regime totalitario.Sarà dura, sarà durissima, ma sarà anche una grandiosa esperienza, un viatico per il futuro, un manuale de leggere per intero e da studiare a memoria.