I veterani all’assalto del Roland Garros

Il tabellone maschile del Roland Garros, vanta cinquanta giocatori che hanno già soffiato sulle trenta candeline, su centoventotto posti disponibili. E’ record nell’era open.

Il tabellone maschile del Roland Garros, vanta cinquanta giocatori che hanno già soffiato sulle trenta candeline, su centoventotto posti disponibili. E’ record nell’era open.

Se il prossimo 3 giugno Rafael Nadal, sarà ancora a Parigi, non sarà per godersi la bella vita nella capitale francese, ma per disputare la  semifinale dell’Open di Francia, contro probabilmente Novak Djokovic. Oltre che per il penultimo atto dello slam parigno, il tre giugno sarà soprattutto il giorno in cui Rafa festeggerà trent’anni, con lui i giocatori nel tabellone dello slam francese, che avranno superato la simbolica cifra diventeranno centoventotto. Questo importante numero, ci pone dinnanzi ad una dovuta riflessione sul perché i giovani fatichino ad emergere.

I due capostipiti  di questa generazione di fenomeni , che non vuole smettere di divertirsi e di conseguenza di lasciare spazio ai giovani sono: Ivo Karlovic e Radek Stepanek entrambi trentasettenni, loro i giocatori più anziani del tabellone. Il primo Karlovic ha un gioco basato sostanzialmente su un potentissimo servizio, mentre Stepanek è uno degli ultimi esponenti della nobile arte del serve&volley, ormai in via d’estinzione.  D’altro canto il giocatore più giovane del tabellone è l’americano Taylor Fritz, con i suoi diciotto anni e cinque mesi. Gli altri teenager che lo accompagneranno al via sono: Coric, Zverev e Halys. 

Ma perché il ricambio generazione, appare così complicato ? La risposta è semplice. Questa è probabilmente la generazione di tennisti più continua che ci sia mai stata e quindi fino a quando da lassù, non lasceranno un po’ di spazio è difficile che qualcuno ci si infili. La rivoluzione sembra difficile e a questo si aggiunge il fatto che i giovani non sembrano ancora in grado di prendere la leadership. Si sentono molte lamentele, su questo lento cambio generazionale, ma sinceramente, quando mai ci stancheremo di vedere la classe di Federer, la grintà di Nadal o una volèe di Stepanek…

di Gianluca Henry

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