Meravigliosa giornata di tennis sui campi parigini del Roland Garros. Nel femminile non sono mancate le sorprese e le grandi partite, per un torneo che preannuncia una seconda settimana tutta da gustare.
La prima a rientrare negli spogliatoi è Simona Halep, che continua spedita nella sua marcia. Nel ruolo della malcapitata di turno è finita la giovane e talentuosa Torro Flor. Troppo forte, troppo solida, troppo centrata e sempre più convincente la rumena per la spagnola.
Ad attenderla agli ottavi sarà Sloane Stephens. La giovane americana, senza proclami, sta facendo quello che forse non ci si aspettava. Quest’oggi ha battuto 6-3 6-4 la Makarova. Stephens conduce 2-1 nei precedenti con la Halep, ma l’unico precedente sulla terra rossa (risalente a due anni) diede ragione alla rumena. Impossibile non vedere favorita la Halep, che mostra progressi a ogni partita. Ma non è esclusa la sorpresa.
Veniamo al match clou del giorno, l’incontro-scontro tra due campionesse come Svetlana Kuznetsova e Petra Kvitova. Una russa e una ceca con il cognome in -ova a ricordarci che la banda delle -ova non morirà mai. Match splendido e appassionante, forse il più bello del torneo (al momento). La Kuz ha ricordato a tratti la campionessa che fu: potenza devastante e gran tocco. La Kvitova, ritrovata (finalmente, possiamo dirlo) a ottimi livelli, è morta solo 9-7 al terzo. Visto il livello mostrato in campo, è sembrato un match sprecato per essere solo un terzo turno. La Kuznetsova, come già dichiarato su Twitter, punta a vincere questa edizione del Roland Garros: ce la farà?
Prima di pensare alla finale dovrà superare la ceca Safarova, capace di regolare con un secco 6-3 6-3 Ana Ivanovic, una delle favorite del torneo. I precedenti parlavano chiaro: 4-2 per la ceca, con la serba incapace di batterla da sei anni. Si può quindi parlare di bestia nera, sì, ma questa Ivanovic, quella del 2014 versione deluxe (due tornei e scalpi eccellenti come Serena e Sharapova), doveva fare molto di più. Continua, dopo quel magico 2008, a vivacchiare nel circuito senza raggiungere risultati importanti. Complimenti vivissimi comunque alla Safarova, giocatrice temibilissima e dalla carriera inferiore alle aspettative: fa effetto, visti i mezzi, pensare che il suo best ranking sia il numero 17. Forse una condanna. Il prossimo match con la Kuznetsova è tutt’altro che chiuso, però: i precedenti sono infatti 3-3.
Altro ottavo sarà quello tra Jankovic e Errani. Entrambe hanno disintegrato le rispettive avversarie, Cirstea (6-1 6-2) e Glushko (6-0 6-1). Ci aspetta la rivincita del gran match di Roma che ha visto trionfare la nostra Sarita. La Jankovic sembra sempre più sulla via del ritorno, dopo i primi segnali lanciati lo scorso anno. Ha ritrovato la facilità di gioco di un tempo, quella che l’aveva portata sul trono mondiale. Forse è lecito pensare che una tennista intelligente come Jelena non si farà battere due volte in così poco tempo, ma anche la Errani ha le sue carte da giocare e ha dichiarato di aver imparato “a gestire la pressione”. Si prevede un’autentica battaglia. Mi stupirei del contrario.
Ultimo ottavo, apparentemente meno interessante, tra Bertens e Petkovic. L’olandesina ha lasciato le briciole all’ottima Soler Espinosa vista di recente (6-2 6-1), la tedesca ha invece sudato le cosiddette sette camicie per avere ragione della Mladenovic, autrice dell’eliminazione di Na Li. 6-4 4-6 6-4 lo score finale. La Petkovic ammirata oggi non è ancora la tedesca on fire che nell’ottobre 2011 si accomodò alla nona posizione del mondo, ma sta tornando e la grinta non manca mai. Al momento giusto e sull’amata terra rossa che quest’anno le ha già regalato un torneo (Charleston). La vincitrice arriverà ai quarti, risultato impronosticabile per entrambe alla vigilia del torneo.