Anche questa edizione del Roland Garros si avvicina alla sua fase conclusiva e, come da un più di un decennio a questa parte, il suo volto protagonista è quello di Rafael Nadal. Non è una novità vedere il neo 32enne tennista di Manacor nella lista degli migliori otto di questo torneo, ciò che cambia costantemente è invece il suo avversario. Fra due giorni l’arduo compito toccherà all’argentino Schwartzman, autore di una delle più incredibili rimonte della manifestazione: sotto di due set in maniera molto netta contro Anderson – 61 62 – “el peque“, con grande tenacia e forza di volontà, è riuscito a far suoi i successivi tre parziali ed aggiudicarsi l’incontro. Prima di questa battaglia – tralasciando le agevoli vittorie contro Hemery e Pavlasek – Schwartzman aveva ben impressionato contro Coric, riuscendo a battere il croato in tre comodi set. Nonostante tutti questi meriti, la partita contro Rafa pare già chiusa in partenza. Nadal è molto centrato sul suo tennis sulla sua superficie: ne sono consapevoli Bolelli, Pella, Gasquet e Marterer, i quali, seppur a sprazzi siano stati in grado di giocarsela con lo spagnolo, sono usciti tutti mestamente sconfitti. A questo, si aggiungono anche le 5 vittorie su altrettanti incontri di Rafa su Dieguito, di cui due nel 2018. Agli Australian Open, Schwartzman non sfigurò, strappando il secondo set della sfida a Nadal, ma su terra è tutta un’altra musica: l’antipasto di Madrid tra i due non lascia presagire finale differente da quello pronosticato. Una piccola speranza va al beneficio del dubbio e al fattore Slam.
Nadal 90% – Schwartzman 10%
Ad attendere il vincitore di questa sfida, ci sarà colui che uscirà vivo dalla guerra di servizi tra Cilic e Del Potro. Ovviamente, non è mia intenzione ridurre i due tennisti sopracitati a un solo colpo, ma l’intento è quello di rappresentare la potenza degli stessi. Cilic è parso molto determinato nel suo percorso fino ai quarti di finale, anche se il suo tennis non è stato costante come agli Australian Open. Il croato ha espresso diversi livelli del suo gioco: un po’ sofferente nei primi turni con Duckworth e Hurkacz e nei due set centrali con Fognini, perfetto nei primi due parziali contro l’italiano e nella partita con Johnson. D’altro canto, Del Potro ha mostrato più continuità: passi il 61 preso con Mahut nel primo set del torneo, da lì in avanti Delpo non ha più concesso nulla, neppure a Isner, in una partita apparentemente equilibrata, regolato in tre set. Le sfide tra i due pendono vertiginosamente verso l’argentino: 10 vittorie per Del Potro contro solo 2 di Cilic, l’ultima risalente al 2011. Il precedente a Parigi è sempre a tinte albiceleste, ma probabilmente Delpo è entrato definitivamente nella mente di Cilic dopo quel quarto match nella finale della Coppa Davis 2016, quando Juan Martin ha letteralmente tolto di mano la coppa alla nazionale croata.
Del Potro 60% – Cilic 40%
Il terzo quarto di finale – in programma per la giornata di domani – vede l’unico tennista non testa di serie ancora presente nel torneo. Si tratta ovviamente del nostro Marco Cecchinato, il quale sta vivendo la sua più importante favola tennistica della sua carriera. Il tennista palermitano, a un passo dalla sconfitta nel primo turno contro Copil, si trova una settimana dopo di fronte al pluricampione slam Novak Djokovic. Per giungere fino a questo punto, Ceck ha eliminato, oltre al tennista rumeno, anche Trungelliti, Carreno Busta e soprattutto David Goffin in 4 set, dei quali anche un bagel. Era noto a tutti il fatto che il belga avesse giocato per quattro giorni consecutivi, ma ciò non sminuisce il valore di Cecchinato, il quale si è guadagnato sul campo questo quarto di finale. Djokovic ha invece sconfitto Dutra Silva, Munar, Bautista Agut – unica partita complessa – e Verdasco. Ovviamente, non si tratta del miglior Nole di sempre, ma, rispetto alla versione sbiadita vista all’inizio dell’anno, questo Djokovic è di certo più competitivo. Fosse capitata due anni fa, la partita non avrebbe avuto storia: ora il pronostico è tutto sbilanciato a favore del Djoker, ma mai dire mai.
Djokovic 70% – Cecchinato 30%
L’ultimo quarto sarà la rivincita del terzo turno del 2016. Alexander Zverev e Dominic Thiem si giocano un posto in semifinale in quella che – dal punto di vista delle previsioni future – è la sfida più interessante. Gli head to head vedono in vantaggio l’austriaco per 4 a 2, anche se l’ultima partita su terra è stata vinta dal tedesco in due comodi set. Nel già citato precedente al Roland Garros, Thiem regolò un ancora inesperto Zverev in quattro set, ma la sensazione è che domani tutto sarà diverso. Sascha è reduce da ben tre battaglie al quinto set: l’esordio facile con Berankis non ha spianato la strada ad Alexander per un cammino semplice. Lajovic, Dzumhur e Khachanov sono stati sconfitti in seguito a 15 set totali giocati dal tedesco, che nella partita di domani potrebbero avere il loro peso. D’altra parte, finalmente si è vista la forza mentale di Sascha, il quale, nonostante i soliti capricci, è riuscito a rimanere concentrato per tutta la durata degli incontri. Thiem, a parte il primo turno con Ivaska, ha concesso sempre un set ai suoi successivi avversari (Berretini, Tsitsipas, Nishikori), ma nei momenti importanti si è sempre fatto trovare pronto. Vista l’incapacità dei due tennisti di chiudere le partite in tre parziali, è molto probabile che si giunga almeno al quarto set: per Sascha, l’occasione è quella di raggiungere la prima semifinale Slam, per Dominic, invece, sarebbe la terza consecutiva a Parigi. Per questo motivo, l’ago della bilancia pende leggermente verso il classe ’93.
Zverev 45% – Thiem 55%