Roland Garros. Day 8 Uomini – Roger Federer lascia Parigi. Avanti Murray e Djokovic.

Sorprendente eliminazione dello svizzero ad opera di un grande Gulbis capace di stare quasi 4 ore sul pezzo. Verdasco completa la griglia degli ottavi. Avanti anche Raonic e Djokovic.

La giornata di oggi era dedicata all’allineamento del tabellone agli ottavi di finale, dal momento che due incontri di terzo turno ieri erano stati sospesi per oscurità, e agli ottavi stessi per la parte bassa del tabellone.

Nel primo match in programma sul centrale si è visto un grande Berdych (sicuramente il migliore della stagione, quanto alle partite giocate sul rosso) demolire senza alcun tentennamento John Isner con un 6-4 periodico. Tutti e tre i set sono stati praticamente uguali: break in apertura, e set portato agevolmente in porto. Solo due palle break per Big John: una nel primo e una nell’ultimo turno di servizio del ceco. Molto in palla Tomas, al suo secondo quarto di finale parigino, può fare ancora strada.

Nel frattempo sul “secondo centrale” Verdasco ha continuato sulla falsariga di ieri contro Gasquet, ovvero molto bene. Sorprende soprattutto la sua continuità e la capacità di non avere passaggi a vuoto. Hanno ripreso da 2 set a 0, 2 pari al terzo. Lo spagnolo non ha tentennato e ha subito fatto il break per chiudere 6-3.

Subito dopo sul centrale si è completato l’ultimo sedicesimo di finale, sospeso ieri col punteggio di 7-7 al quinto, tra Andy Murray e il tedesco Kohlschreiber. Tutti aspettavano al varco il britannico, poco incline alle grandi battaglie sul rosso. Ed invece Murray l’ha spuntata, col punteggio di 12-10, dopo aver avuto un match point sul 9-8 ed aver a sua volta annullato un break-point nel game successivo.

Spazio quindi agli ottavi di finale.

Dopo la pioggia di eliminazioni eccellenti nel femminile alla quale abbiamo assistito nella prima settimana, oggi la prima uscita di scena inattesa, tra i massimi protagonisti, anche nel torneo maschile. Roger Federer, che fino a Parigi 2013 aveva raggiunto 35 quarti di finale consecutivi negli slam, dei quali nove al Roland Garros, per la terza volta negli ultimi 4 Major esce prima dei quarti, per mano di un Gulbis d’annata. Risultato sorprendente ma non clamoroso. Ernestino ha avuto la meglio in 5 set col punteggio di 6-7 7-6 6-2 4-6 6-3 in 3 ore e 46 minuti. Roger è mancato in alcuni aspetti chiave, ma l’avversario non gli ha perdonato nulla. Tra i momenti decisivi sicuramente il secondo set, sul 5-3 Roger e servizio, 40-15, l’elvetico ha uno smash semplice a un metro dalla rete per chiudere il parziale e invece cosa fa? Lo tira verso Gulbis che rimette in gioco e fa il punto, e subito dopo il break. Aggancia il tie-break e va su un set pari. Altro momento chiave nel quarto set, 5-2 Federer e servizio, Gulbis chiede di uscire per un massaggio, dopo che nell’ultimo quarto d’ora aveva dato rilevanti segni di cedimento sulla presenza mentale in partita. Rientra rinfrancato, recupera un break e quasi un altro, ma Federer riesce a chiudere 6-4, a stento. Al quinto pronti via ed è subito 3-0 Gulbis che da lì in poi gestisce benissimo il break di vantaggio e conclude l’opera senza tremare. Qualcuno storce il nase sul MTO chiamato da Ernests, ma onestamente non si è avuta l’impressione di una recita. Roger ha giocato tutta la partita insistendo ostinatamente sul rovescio dell’avversario, ovvero sul colpo migliore, e ha pagato dazio. Al contrario si è visto poco il suo dritto. Il set point del secondo parziale grida ancora vendetta. Adesso Gulbis è atteso da Berdych, un match che si preannuncia pieno di mazzate.

La cura Ljubicic dà frutti tangibili. Raonic non è più uno spilungone che tira forte il servizio, ma sta diventando un giocatore con la G maiuscola. Contro Granollers ha giocato senza alcuna esitazione. Su 14 turni di servizio ha concesso palle break in una sola occasione. Primo quarto di finale in uno Slam, strano che arrivi sulla terra rossa. Ma ne seguiranno altri, sicuramente.

L’avversario tuttavia non è dei più comodi, ed infatti dovrà sfidare Djokovic che si è letteralmente bevuto l’idolo di casa Tsonga, al quale ha lasciato la miseria di sei game. Poco da dire su Novak che rasenta la perfezione e si avvicina a grandi falcate verso l’ipotetica finale contro Nadal. Il 9-7 al quinto dell’anno scorso brucia ancora.

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