L’intensa pioggia a Parigi di questa settimana ha scombussolato i piani dell’organizzazione del Roland Garros: partite cancellate e polemiche riguardo la copertura mancante sui due campi principali. Che caos attorno allo Slam su terra rossa.
TROPPO INDIETRO, IL FATTURATO NE RISENTE – In queste due settimane è emerso in maniera sempre più evidente quanto il Roland Garros sia lo Slam più indietro per quanto riguarda spazi, servizi e modalità di organizzazione: non esiste neanche un campo con la possibilità di montare la copertura durante un match in caso di pioggia. Ogni Slam che si rispetti ne ha almeno uno: il centro di Melbourne, sede degli Australian Open, ne ha addirittura tre, il Centre Court di Wimbledon ha inaugurato l’opzione indoor nel 2010 e monterà la copertura anche sul campo 1 nel 2020, mentre gli US Open inaugureranno quest’anno il campo centrale coperto. E il Roland Garros? Sta a guardare. Pare che si dovrà aspettare fino al 2020. L’ex direttore del torneo Gilles Bertoni ha parlato così a riguardo: “Cancellare una giornata intera (quella di lunedì scorso, ndr) porta ad una perdita che va dagli 1.5 ai 2 milioni di euro. Questo influirà sicuramente sulle edizione future, in cui si evidenzierà una perdita netta nel fatturato. Anche le tv ne risentono: la pubblicità non produce gli stessi risultati quando viene mandata in onda durante il Roland Garros rispetto ad un altro programma. E non solo, anche l’immagine viene danneggiata; stessa cosa per gli sponsor, potrebbero addirittura interrompere i loro rapporti con il Roland Garros“.
LA DIFESA DI FORGET – Un confuso Guy Forget, attuale direttore del torneo ed ex campione di tennis, parla così in difesa del suo lavoro: “Abbiamo agito con le migliori intenzioni. La decisione di sospendere e riprendere il gioco spetta solo al nostro supervisore Stefan Fransson. Viene sempre prima il rispetto per il gioco: ieri i match sono stati sospesi alle 16.54 con la possibilità di poter giocare altre 4 ore, speravamo che il gioco riprendesse anche perchè secondo il meteo la pioggia sarebbe dovuta smettere 40 minuti più tardì. Le accuse? Se fossero vere, avremmo dovuto fermare il gioco prima dell’ora, secondo il nostro interesse: ci avrebbero rimborsato le assicurazioni. Invece questo non è stato alla base della nostra decisione, speravamo di giocare il più possibile anche se avremmo ricevuto critiche per le condizioni dei campi. Capisco che il mancato rimborso dei biglietti abbia causato rabbia e frustrazione ma non possiamo cambiare le regole durante il gioco“.
LE PROTESTE DI DJOKOVIC – Non sono mancate, ovviamente le prese in giro e i commenti satirici sul web, che hanno reso il Roland Garros lo zimbello degli altri Slam. Ma le accuse e le lamentele più pesanti sono arrivate dagli stessi giocatori, uno su tutti Novak Djokovic, obbligato a giocare il primo set contro Bautista Agut sotto una pioggia insistente: “Le condizioni meteo sono ingestibile se non hai le competenze adeguate. Devi solo aspettare e pregare perchè migliori il tempo: ieri la partita è stata interrotta tre volte, è una situazione difficile da sopportare non solo per noi ma anche per il pubblico che ha pagato il biglietto. In più il meteo pare non migliorerà nei prossimi giorni: dovremmo avere un tetto al più presto. E’ un discorso delicato, se sei l’organizzatore del torneo devi tener conto di diverse situazioni: la priorità, però, dovrebbe senza dubbio andare verso le condizioni fisiche dei giocatori.“. Sulla stessa lunghezza d’onda, ma molto più infuriato, parla David Ferrer, sconfitto da Tomas Berdych in tre set al quarto turno: “Mi sembra che ci prendano in giro. Le condizioni non erano più adeguate per continuare a giocare martedì: per fortuna non si è infortunato nessuno. Non riesco a comprendere come in un torneo di questo livello possano accadere cose del genere, è pazzesco: io non avrei permesso di giocare così, mi sembra ridicolo che non ci siano campi coperti in un torneo in cui si sa che piove spesso. E’ l’unico Slam che non è migliorato nel tempo“.