Ed eccoci qua, sul finire della prima settimana di uno Slam, territorio inesplorato per Sinner che però è un tipo che si ambienta in fretta. Pronti via, Coria è determinato a non farsi mettere sotto e parte a razzo a caccia di qualche crepa nel solido edificio mentale dell’altoatesino. Per due volte Sinner va sotto di un break ma non si scompone e recupera immediatamente per poi piazzare l’allungo decisivo. Gioca profondo Jannik, costruisce bene con il rovescio e spinge forte anche con il dritto. Non c’è solo la potenza da fondo, ci sono anche un buon tocco e un’ottima lettura di situazioni e momenti. Il primo set va in ghiacciaia per 6-3, con l’impressione che Coria abbia già dato il massimo, il che sembra preludere a un crollo.
Il terzo set potrebbe essere una resa e invece è un trattato di resilienza; il secondo game è un lunghissimo fiume in cui Coria si rifiuta di annegare, per poi approfittare di un momento di bonaccia e fuggire sul 4-1. Sul 5-2 è Sinner a ribellarsi all’idea di un set ormai segnato e con un prepotente filotto di cinque game impedisce al suo avversario di complicargli il match. E adesso viene il bello, adesso comincia la nuova dimensione in cui speravamo di vederlo dal primo momento in cui gli abbiamo messo gli occhi addosso.
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