Luglio del lontano 1998, un giovanissimo Roger Federer ha appena conquistato il titolo juniores del torneo di Wimbledon, mettendo a segno il double, dopo essersi imposto anche nel torneo di doppio; la settimana successiva era in programma il torneo di Gstaad, in Svizzera, occasione imperdibile per il direttore del torneo Kobi Hermenjat, che senza pensarci un secondo decise di assegnare una wild-card per l’ Atp 250 elvetico, al giovanissimo neo campione di Wimbledon, nonostante i diciassette anni ancora da compiere, e nonostante la bassissima posizione nel Ranking (702).
Federer fu costretto a saltare la Wimbledon Champions Dinner, riservata ai vincitori del torneo, per salire sul primo volo disponibile per la sua Basilea, prima di raggiungere in macchina, a tarda notte, la cittadina di Gstaad. Il sorteggio gli aveva riservato un avversario prestigioso, come il tedesco Tommy Haas, che però fu costretto a rinunciare, per problemi di stomaco; toccò quindi al lucky looser argentino, Lucas Arnold Ker, numero 88 del mondo, il compito di “tenere a battesimo”, l’ astro nascente del tennis elvetico e non solo.
In un campo numero uno gremito in ogni ordine di posto, dai tanti appassionati, incuriositi e accorsi ad assistere al debutto del giovane Roger, lo svizzero si arrese in ottanta minuti, con un doppio 6-4, senza aver avuto il tempo di riposarsi e soprattutto di assimilare il cambio di superficie, da erba a terra battuta.
A fine incontro Ker si soffermò sul servizio di Federer, paragonandolo nientemeno che a quello di un certo Pete Sampras, nonostante nell’ incontro Roger avesse servito solo il 49% di prime palle, subendo più break da parte del suo avversario.
Tre mesi più tardi, il futuro numero uno del mondo, avrebbe raggiunto i quarti del torneo di Tolosa, chiudendo nel migliore dei modi il 1998, e preparandosi nel migliore dei modi per il 1999, e per una carriera di cui siamo ancora qui a scrivere e ad aggiornare record e statistiche.