- Kiki Bertens non ha ancora recuperato. L’olandese è stata operata al tendine di Achille a fine 2020 ma sembra davvero che il percorso per tornare competitiva sia più lungo del previsto. Contro Hercog riesce a giocare alla pari nella seconda parte del match, ma finisce comunque per perdere. Un vero peccato, perché la Bertens vista fino al 2019 sembrava poter stare ancora per diversi anni ai vertici e chissà, puntare anche ad un grandissimo titolo.
- A Madison Brengle è tornata la voglia di vincere in singolare. Dopo una carriera redditizia in doppio, Madison è tornata da qualche mese a giocare anche il singolare con continuità, sfruttando anche la situazione particolare della pandemia. Ha gestito perfettamente Camila Osorio Serrano, una delle giovani più in forma del momento, pur giocando quasi priva del servizio. Non andrà forse lontanissima, ma attenzione perché ha una grande manualità e in campo sa fare tutto.
- Hayley Baptiste è una gran bella giocatrice. La classe 2001 statunitense ha talento e un notevole peso di palla, anche se in questi primissimi anni ha faticato a dare continuità ai suoi risultati. La terra non è la sua superficie, ma quando i colpi funzionano può mettere in grossa difficoltà chiunque.
- Senza match nelle gambe, Bianca Andreescu fatica troppo. Non c’era da aspettarsi un grande risultato dalla canadese a Parigi, lei che ha saltato quasi completamente la stagione su terra rossa a causa del covid19 e ha giocato giusto un paio di match la settimana scorsa a Strasburgo, vincendoli. Davanti a lei c’era stavolta Tamara Zidansek, che su terra sa giocare e anche molto bene. Sono servite 3 ore e 23 minuti per piegare Bianca, ma alla fine ha avuto la meglio la classe 1997 slovena, che ora partirà favorita contro Brengle e avrà le sue chance per spingersi verso la seconda settimana dello Slam.
- A Martina Trevisan fa bene l’aria di Parigi. Dopo i quarti di finali raggiunti proprio qui lo scorso anno, Martina ha faticato ad adattarsi al livello della WTA, ma senza perdere mai la grinta. La vittoria conquistata ieri contro Van Uytvanck vale tanto e aiuta per il proseguimento del torneo, che potrebbe regalare nuove gioie.
- Naomi Osaka è stata sovrastata dal corso degli eventi. La nipponica ha preferito dare forfait e lasciare che l’attenzione tornasse sul tennis giocato, facendo capire come abbia avuto – e ancora abbia – difficoltà a gestire la tanta pressione e attenzione mediatica. Naomi ha infatti parlato della depressione che l’ha colpita dal primo titolo Slam e di come non sia sempre facile batterla. Speriamo di vederla presto in campo con una ritrovata tranquillità.
- Garbine Muguruza spreca grandi chance. Ha pescato malissimo la spagnola, perché Marta Kostyuk, seppur non esperta di terra rossa, è una delle più promettenti giovani del circuito. Da una ex campionessa però ci si aspettava di più, almeno una partita lottata, e non il match a senso unico a cui abbiamo assistito. Ennesima chance sprecata per lei, anche se in effetti il tabellone sembrava molto ostico.
- Finalmente Camila. La vittoria di ieri contro Petra Martic vale doppio: non solo la croata è la numero 23 del mondo e di recente a Roma è arrivata in semifinale, ma c’è anche da dire che l’azzurra conduceva per 6-2 5-2 con match point a disposizione prima che si spegnesse la lampadina. Impossibile non pensare alla partita persa contro Sorribes Tormo al foro italico, in cui era ad un passo dalla vittoria prima di essere rimontata. Per fortuna però, questa volta al terzo set Camila ha tenuto duro fino alla fine, approdando al secondo turno, che la vedrà opposta alla giovane russa Gracheva. Nel suo spot sono uscite Sorribes e Muguruza, l’occasione è a tutti gli effetti ghiotta.
- Serena Williams la spunta di testa. Non è stato un grande match, ma ciò che davvero contava era portarlo a casa. La grande forza mentale della 23 volte campionessa Slam è emersa in 4 punti fondamentali, ovvero da quando si trovava sotto 6-4 nel tie break del primo set. Se avesse perso il primo parziale, probabilmente avremmo visto Begu avanzare nel tabellone, ma così non è stato. Per lei un’altra rumena ora, Buzarnescu.