ATP 500 BARCELLONA
Si è concluso ieri il 69° Trofeo Conde de Godó, che oltre alla tradizionale finale ha visto andare in scena le due semifinali. Il maltempo, infatti, nel corso della giornata di sabato ha costretto più volte il direttore del torneo David Ferrer a ritardare l’inizio dei due match, fissato in ultima istanza per le 19.30. Gli incontri sono iniziati in contemporanea, e quando entrambi erano fermi sul punteggio di 2-2 l’arrivo di un nuovo temporale ha costretto gli organizzatori all’inevitabile decisione di rinviarli alla mattina successiva. Dopo una lunga attesa, le partite si sono giocate a partire dalle 11 sotto lo splendido sole del capoluogo catalano.
Pablo Carreno Busta è il primo finalista del Godò 2022: lo spagnolo si è aggiudicato in due set la semifinale contro Diego Schwartzman, vincendo con il punteggio di 6-3 6-4. Il nativo di Gijòn, riuscendo a chiudere in 1h33’ il match, avrà meno fatica sul groppone e più tempo per recuperare in vista della finale. L’argentino adotta subito una tattica aggressiva, concedendo troppo al suo avversario, che approfitta anche della poca efficacia della seconda di servizio del Peque. Il tema tattico della partita cambia nella seconda frazione, che vede uno Schwartzman più guardingo ma sprecone. Il sudamericano si procura ben quattro palle break, ma la tensione gli impedisce di concretizzare. Per Pablo Carreno, giunto altre due volte al penultimo atto, è la prima finale al Barcelona Open.
Ad aspettarlo in finale c’è il grande favorito della vigilia, la next big thing del tennis mondiale Carlos Alcaraz. La partita di semifinale, durata ben 3 ore e 35 minuti, si è però rivelata molto più complicata del previsto per il giovane murciano. Alex De Minaur, anche lui di casa essendo residente ad Alicante ed avendo la mamma spagnola, ha avuto addirittura due match point a disposizione nel secondo set. Il diciottenne spagnolo non ha offerto la sua migliore prestazione stagionale, ma nei momenti cruciali ha dimostrato di saper gestire la sua esuberanza tenendo testa a un De Minaur tutt’altro che mansueto. L’australiano si è imposto al tiebreak in un primo set molto lottato, che lo ha visto affrontare senza paura il fenomeno iberico. Per gran parte del match, Alcaraz non è stato capace di abbinare un rovescio all’altezza al suo dritto poderoso: De Minaur, con grande intelligenza, gli ha tartassato il colpo debole ingaggiando scambi ad altissima intensità che avrebbero potuto dare un esito opposto all’incontro, se il classe ’99 fosse stato più cinico. Carlitos, facendo sapiente uso della palla corta, non trema. Dopo aver vinto al tiebreak il secondo set, chiude in suo favore la terza frazione con il punteggio di 6-4. Resta tuttavia notevole la prestazione di De Minaur, giocatore finora poco vincente su terra rossa: la sua crescita su questa superficie è evidente.
LA FINALE
Carlos Alcaraz e Pablo Carreno Busta, pur allenandosi regolarmente entrambi nell’Accademia di Juan Carlos Ferrero, non si erano mai incontrati prima in un match ufficiale. I due sono legati da un’amicizia che dona un’aria di festa.
Il diciottenne ottiene il primo break dell’incontro nel quinto gioco, poi non riesce a sfruttare cinque occasioni per togliere nuovamente la battuta all’asturiano. Il giovane di Murcia, però, potrà approfittare poco dopo degli errori di un Carreno Busta davvero sottotono: il primo set si chiude sul 6-3. Nei turni di servizio di Alcaraz non si gioca, e il classe ’91 non ha i mezzi per neutralizzare la risposta del nuovo top ten. Il secondo parziale si apre nel segno dell’equilibrio, ma Carlitos è saldamente in controllo, impadronendosi della partita ai primi segni di cedimento di un Carreno francamente deludente. Con il 6-2 inflitto al suo avversario, Alcaraz fa calare il sipario su una giornata di tennis davvero intensa: la sua è una prova di forza dal punto di vista tecnico e fisico.
Domani diventerà il più giovane giocatore a entrare nei primi dieci del ranking dai tempi di Rafa Nadal, e lo farà decisamente in grande stile.
ATP 250 BELGRADO
In campo sabato nel torneo ospitato dal centro sportivo che porta il suo nome, Novak Djokovic ha conquistato la finale nel segno di una tradizione che lo ha accompagnato in questa travagliata settimana: perdere il primo set per poi imporsi in rimonta. Il numero 1 del mondo, per la terza volta consecutiva, non è riuscito ad aggiudicarsi la prima frazione di gioco facendo molta fatica ad entrare in partita. Merito di un Karen Khachanov efficace con la prima di servizio, vera e propria arma che lo abbandonerà dopo soli quattro giochi nel secondo set. Sul 2-2, infatti, il russo subisce per la prima volta il break da un Djokovic finalmente convincente: non rientrerà più in partita. Il serbo porta a casa le ultime due frazioni con il punteggio di 6-1 6-2 e, dopo mille vicissitudini, potrà finalmente tentare l’assalto al quarto titolo di fronte al pubblico di casa.
Fabio Fognini, in campo per la sua seconda semifinale stagionale, non riesce ad opporre resistenza nel decimo scontro diretto contro Andrey Rublev. Il russo, già campione a Marsiglia e Dubai quest’anno e testa di serie numero 2, si è imposto con il netto punteggio di 6-2 6-2. Il numero 8 del ranking non aveva giocato un gran torneo finora, ma è stato capace di alzare il livello per conquistare l’ultimo atto dell’ATP 250 serbo. Fognini è parso spento, incapace di contrastare un Rublev estremamente efficace con entrambi i fondamentali, oltre che con il servizio. Soltanto nel finale il tennista ligure tenta una disperata rimonta, ma il moscovita non si lascia destabilizzare. L’atto conclusivo dell’indomani, in cui affronterà il padrone di casa Djokovic, è suo.
LA FINALE
Novak Djokovic sta attraversando il suo periodo tennisticamente più complicato degli ultimi anni, mentre Andrey Rublev ha avuto finora un ottimo rendimento nei tornei, per così dire, meno blasonati del circuito ATP. Il serbo, però, sembra aver trovato la quadra nel corso del match contro Khachanov, e avrà il sostegno incondizionato del suo pubblico.
In finale il copione sembra lo stesso degli altri match giocati in settimana dal numero 1 del mondo: cede il primo set senza impensierire troppo un russo che sembra riproporre la concretezza già mostrata nella semifinale vinta contro Fognini.
Nole, tuttavia, ritorna prepotentemente in partita nel secondo parziale, migliorando le sue percentuali al servizio e sfruttando in risposta la poco efficace seconda di servizio del russo.
La quarta rimonta consecutiva del serbo, però, si interrompe bruscamente nel terzo set. Djokovic non ne ha più, paga le oltre dieci ore in campo accumulate nel corso della settimana belgradese. Il local hero cede di schianto e Rublev si aggiudica il trofeo, chiudendo con un sonoro 6-0. Per Andrey è il terzo titolo in stagione, mentre il 20 volte campione Slam dovrà ancora attendere per sollevare il primo sigillo in stagione.
Davide Pignotti