È passato poco meno di un anno dall’ultimo incrocio fra i due rossi, a Barcellona 2021. Allora il grande favorito era Rublev, che scoppiava di salute e proprio qui a Montecarlo aveva fatto fuori Nadal e Ruud prima di perdere da Tsitsipas in finale: i migliori del settore. Ma Jannik l’underdog è riuscito a ribaltare ogni pronostico con una grandissima partita. Oggi ci troviamo in una situazione simile, con il buon Andrey che ha superato brillantemente la delusione degli AO (fuori al terzo turno con Cilic) mettendo in bacheca due trofei (Marsiglia e Dubai) oltre a due semifinali (Rotterdam e Indian Wells). C’è da dire che la disfatta di Miami con Kyrgios e il cambio di superficie autorizzano ogni ipotesi, come è giusto che sia in una sfida tra i numeri 8 e 12 del ranking.
Rublev è quasi perfetto fin dall’inizio, Jannik no. Perde il servizio da 40/15 e rischia il 3-0 pesante prima di scuotersi. Sotto tre a due, Sinner vince qualche scambio pe-sante e si procura la prima chance in risposta, prontamente annullata dal russo, che non ne vuole sapere. Nel settimo game Sinner è bravo a rintuzzare gli attacchi di Rublev che spezza il ritmo scendendo a rete a ripetizione (4-3).
Rublev serve per il set e va subito 30/0, sembra fatta ma un gratuito apre la strada, seguito da un bellissimo lungolinea di rovescio che ha l’effetto di una scarica di adrenalina sinneriana: 30/30. Andrey si sgonfia e infila una stecca e un doppio fallo: 5-5 come d’incanto. Nemmeno il tempo di un sospiro e Jannik si ritrova sotto 15/40, recupera ma poi cede ancora la battuta mandando il russo a servire (di nuovo) per il set. Sembra il giorno della marmotta: Rublev scappa 30/0, poi si fa agguantare da un rovescio lungolinea clamoroso. Questa volta però va a set point grazie all’errore di Sinner che adesso spinge senza paura con i piedi dentro al campo. L’azzurro si salva due volta poi cede dopo un lungo scambio di comodini: 7-5 che lascia qualche speranza per il finale più equilibrato.
Se il primo set è cominciato male, il secondo inizia peggio, con Jannik che perde subito il servizio (1-0), poi prenota un intervento medico sul 30/0 per Rublev mandandolo su tutte le furie per lo scarso tempismo. Da lì parte una striscia inattesa di otto punti (poi dieci) per Jannik tra polemiche e un dropshot d’autore che accende il pub-blico. Il fisioterapista arriva sul 2-1 Jannik per curare una vescica che fa male solo a guardarla ma lui ha l’aria di non sentire più nulla, in un amen ripete il break e lo conferma (4-1).
Adesso Jannik è indiavolato e anche un po’ sadico, rifila una scarica di ceffoni metaforici al suo quasi gemello per chiudere 6-1 la seconda frazione.
Strascichi a fantasmi adesso sono tutti nella testa del russo, che è bravo a tenere il servizio nel primo game; Jannik lo segue a ruota, ributtandogli addosso la pressione. Ora arrivano le chance in risposta e alla terza Sinner punisce la discesa a rete di Rublev con un rovescio robusto: 2-1 e servizio. Sembra fatta ma Jannik commette qualche errore di troppo e concede il controbreak (2-2), proprio mentre scoccano le due ore di gioco. Non c’è tempo per respirare, figuriamoci per rimpiangere: altro giro, altro break (3-2 Sinner). Ora Jannik fila come un treno e sfodera un’altra palla corta dolcissima prima di chiudere con un dritto che trasuda violenza (4-2). Rublev trova ossigeno con qualche combinazione rapida ma Sinner non molla l’osso e spara vincenti da ogni dove, per la gioia del pubblico. Il russo annulla due palle del 5-2 e rimane attaccato al match (4-3). Jannik serve come si deve e vola 5-3.
Il nono game è quello buono: Sinner è in un’altra dimensione e chiude i conti con una risposta vincente di rovescio lungolinea che spazza l’angolo del campo e non ammette repliche ulteriori. Domani lo aspetta Zverev, che ha battuto Carreno Busta in due set.