Si è giustamente parlato a lungo dell’egemonia di Nadal sulla terra rossa e in particolare modo al Roland Garros, dove ha appena vinto l’undicesimo titolo, numeri davvero impressionanti.
Viene automatico fare un parallelo con il suo rivale storico, Roger Federer che sull’erba sta letteralmente regnando da un decennio. Anche in questo caso i numeri sono eloquenti: 165 vittorie a fronte di sole 24 sconfitte, condite da 8 titoli a Wimbledon. Questi due campioni impressionano per la continuità asfissiante con cui si alternano superando i rispettivi record, ma tutti, giocatori, giornalisti, appassionati si chiedono come, nel limite del possibile, si possa riuscire a batterli. Parlando specificamente dell’elvetico, il quesito è come riuscire a metterlo in difficolta sull’erba, suo feudo fin da giovane e indisciplinato esordiente.
La partita inizia ben prima di scendere in campo contro lo Svizzero, prima che questo esegua la prima danza sotto rete o sferri il primo dritto vincente, i nervi, da avversario, ti portano a pensare che anche questa volta la sua aurea di invincibilità farà la sua parte, che avendo davanti un 20 volte campione Slam non si avranno possibilità. La partita quindi si disputa su due fronti strettamente legati l’uno all’altro, quello psicologico e quello tecnico tattico. Attitudine fondamentale quindi per chi si presenta al cospetto del “re”, è essere dotati di grande personalità, entrare in campo per vincere, credendo di avere di fronte un giocatore non invincibile. Facile a dirsi, un pò meno quando la situazione si verifica concretamente e bisogna agire. Con Nadal provato dopo la stagione sul rosso e Djokovic in ripresa ma comunque non al top della forma, bisogna spaziare su altre tipologie di giocatori con caratteristiche da erbivori, pensiamo per esempio ai grandi servitori (Raonic, Isner, Querrey), che hanno già cominciato a scagliare un ace dopo l’altro, anche se la sola potenza su questa superficie non paga; la precisione la delicatezza deivtagli sono armi altrettanto efficaci se non addirittura di più.
Tra i cosiddetti Next Gen nessuno sembra avere le carte in regola per arrivare in fondo, solo Zverev che però fatica a emergere nei tornei dello Slam. Rimangono i vari Cilic, Del Potro che si adattano molto bene martellando da fondo pur non scendendo a rete quasi solo nel riscaldamento. Ciò che appare acclarato è che al maestro piaccia fare la partita, prendere l’iniziativa per primo e cogliere di sorpresa chi ha di fronte, per metterlo in difficoltà bisogna anticiparlo, scombinare il suo piano e costringerlo ad adottarne uno meno assodato. Ci apprestiamo ad assistere ad un altra edizione dello slam Londinese con tante incognite, ma con una certezza che sembra inscalfibile: Roger Federer.