Attualmente è in corso il torneo di Dubai ed un tennista che è venuto alla ribalta in questi primi giorni è stato Damir Dzumhur, in modo silenzioso ma efficace. La storia di questo ragazzo è piuttosto singolare e, fortunatamente, sono pochi i tennisti che ne hanno vissuto una simile alla sua. Nato in Bosnia nel 1992, Dzumhur non ha avuto la più facile delle infanzie, non a caso si è trovato in un contesto piuttosto spiacevole quale un bombardamento serbo durato vari anni; nonostante ciò, in questa sfortuna, il bosniaco è stato contraddistinto da una fortuna non indifferente dato che è stato uno degli ultimi bambini nati nell’edificio che poco dopo è stato evacuato ed inoltre ha avuto l’occasione di conoscere entrambi i suoi genitori, entrambi sfuggiti alla morte. E’ stato proprio il padre, appassionato di tennis che giocava molto a livello amatoriale, a spingere il ragazzo verso il mondo del tennis, approcciato per la prima volta a 5 anni durante una tregua della guerra.
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UN PICCOLO LOTTATORE – Per quanto riguarda l’ambito tennistico, Dzumhur, non essendo dotato di un’altezza notevole o di un talento straordinario, ha dovuto guadagnarsi tutto ciò che è riuscito a realizzare sudando molto sui campi e facendosi largo tra i vari giocatori. Il tennista nato a Sarajevo ha cominciato a farsi notare a livello junior grazie alla medaglia di bronzo conquistata alle Summer Youth Olympics ed alla terza posizione del ranking raggiunta nonostante risultati slam che lasciavano un po’ a desiderare. Negli anni seguenti, Damir Dzumhur ha vinto molti tornei a livello futures e con la dovuta calma, senza bruciare le tappe, ha scalato la classifica fino a trovarsi ad un passo dalla Top 100 nel 2014, un anno da ricordare per lui, che gli ha permesso di raggiungere il terzo turno agli Australian Open, primo Atp in carriera, e di vincere ben 3 tornei Challenger sulla terra rossa, la sua superficie preferita per distacco. Durante la sua carriera, Dzumhur non è riuscito a raggiungere traguardi estremamente importanti, però è riuscito a togliersi non poche soddisfazioni, in particolare ha colto alcune vittorie molto importanti, tra le quali quella di ieri su Stan Wawrinka, che dopo Nadal e Berdych è il terzo Top 10 sconfitto in carriera; nonostante un best ranking alla 71esima posizione, il bosniaco può vantare un secondo turno a Wimbledon ed agli Us Open e soprattutto un terzo turno al Roland Garros, dove è uscito sconfitto da Roger Federer, il tennista che, insieme a Pat Rafter fa parte della lista di coloro che il piccolo Dzumhur ammirava e magari un giorno sognava di affrontare.
UN 2016 IN SALITA – Il 2016 non è stato un anno molto facile per il bosniaco poiché, disputando solo tornei Atp, il livello medio è diventato più alto e le vittorie più difficili da conquistare, non a caso, nonostante discreti match giocati, il primo torneo dove il giocatore di Sarajevo ha collezionato 3 vittorie è arrivato alla fine di marzo ed è stato il Master 1000 di Miami. Successivamente, Dzumhur può vantare i quarti ad Umago ed a Istanbul, sconfitto dai futuri campioni, rispettivamente Fognini e Schwartzman, ed un buon terzo turno a Montecarlo, sconfitto nuovamente da Raonic. Neanche questi primi mesi del 2017 hanno riservato molte soddisfazioni al bosniaco, che però, se sarà bravo a dar seguito alla vittoria di ieri su Wawrinka, potrà seriamente pensare di alzare l’asticella, magari ponendosi l’biettivo della Top 50, perché forse, gli dei del tennis lo hanno voluto salvare dalle bombe per metterlo dove merita di stare e dove chiunque preferirebbe stare piuttosto che in un rifugio in attesa che termini la guerra: in un campo da tennis.