Fa ancora uno strano effetto vedere l’Italia nel World Group 1, dopo che per 10 anni la squadra azzurra ci ha abituati più che bene, a partire dalla vittoria del 2006 in Belgio. Fu quello l’inizio di un decennio di gloria e di vittorie per una nazione che poteva contare su Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani, non solo due vincitrici e due finaliste Slam, ma anche leggende del doppio come la coppia Errani- Vinci, una delle più forti di questo millennio, e Flavia, un’altra numero 1 del mondo in questa specialità. Ci sono state altre 3 vittorie nei 7 anni successivi, nel 2009, 2010 e 2013, per un totale di 4 anni in cui l’Italia è stata regina della Fed Cup. Come però sappiamo, dal 2015 la grande squadra ha cominciato a sciogliersi, prima con il ritiro di Flavia, poi il calo graduale di Schiavone e Vinci, fino al ritiro, e il periodo di assenza di Errani, che sta cercando in questi mesi di riprendere i ritmi. Nel 2017 per la prima volta da molti l’Italia ha giocato nel World Group 2, così come nel 2018 e nel 2019, quando però perse anche ai playoff e nel 2020 avrebbe dovuto giocare la “serie C”. La rivoluzione del formato attuata prima di questa stagione ha dato una grossa mano alle azzurre, che in un solo anno potrebbero tornare tra le grandi. Infatti ora ci sono 24 nazioni nel World Group, 8 delle quali già alle fasi finali, mentre 16 devono giocare le qualificazioni, dalle quali usciranno le altre 8 finaliste. Le perdenti, invece, devono giocare i playoff per rimanere tra le migliori 24 e poter prendere di nuovo parte alle qualificazioni. L’Italia dunque sarà tra le 8 squadre che sfideranno queste 8 perdenti, tra cui figurano grandi nomi ma anche squadre più abbordabili.
Partiamo dunque dalle nazioni da evitare assolutamente. Prima tra tutte, la Romania; forte di una delle migliori giocatrici al mondo, la squadra di Simona Halep sarebbe da affrontare in trasferta, probabilmente su terra, e oltre alla due volte vincitrice Slam ci sono anche Buzarnescu, Cirstea, Bogdan, la giovane Cristian e via dicendo. La seconda nazione da evitare è il Canada, anche in questo caso da affrontare in trasferta. Bianca Andreescu è il grande problema, ma una Bouchard in lenta ripresa e la giovanissima Fernandez possono essere comunque ostiche. C’è da dire che nel caso Halep e Andreescu dovessero essere assenti, l’impresa sarebbe meno proibitiva. Anche la Lettonia sembra fuori portata, con Sevastova e Ostapenko colonne portanti di un movimento che potrebbe in futuro avere qualche nome in più su cui contare, con un buon movimento giovanile che darà i suoi frutti.
Se è vero che Giorgi potrebbe giocare alla pari con entrambe, significherebbe caricare Camila di un’enorme pressione. Da evitare anche il Kazakistan, soprattutto nel caso fosse presente la fortissima Elena Rybakina, nell’anno della sua consacrazione. Anche senza di lei però rimane una missione molto complicata, con Putintseva e Diyas in grande spolvero. Ci sono poi due nazioni che dipendono quasi esclusivamente dalla loro numero 1: Giappone ed Olanda. Il primo deve avere assolutamente in campo Naomi Osaka se vuole dire la sua nel World Group, anche se le grandi difficoltà di Osaka su terra la rendono comunque vulnerabile. L’Olanda invece ha bisogno di Kiki Bertens per sperare di avanzare tra le grandi. Senza le numero 1, queste due squadre diventano decisamente più abbordabili, ma ovviamente non scontate. Anche l’Inghilterra ha una situazione simile, lei che senza Konta deve affidarsi alle varie Watson, Dart, Murray, giocatrici più alla portata e con la possibilità di giocare in Italia. A chiudere l’elenco delle possibili avversarie vi è la più vulnerabile, quella in cui sperare assolutamente, ovvero il Brasile. Privo di top200, ci sono Cè e Pereira a guidare la squadra, con Grana Pedretti e Pigossi a completare. Ove non specificato, la sede della sfida sarebbe da decidere via sorteggio, sperando di poter contare sull’appoggio del pubblico.
Per quanto riguarda la squadra italiana, è molto probabile che la formazione sia la stessa della scorsa settimana, con Giorgi che potrebbe essere tornata numero 1 azzurra ad aprile, Paolini come importante punto fermo, Cocciaretto come singolarista alternativa, lei che a Tallinn si è contraddistinta in positivo nella sua prima partecipazione da protagonista. A completare, Trevisan, Gatto-Monticone o magari Di Giuseppe. Ricordiamo che nelle 4 sfide di Tallinn, su 11 incontri giocati l’Italia ne ha vinte ben 10, con la sola Kontaveit capace di battere Camila Giorgi per 7/6 al terzo set. Non vi erano altre grandi avversarie, ma è stato importante non permettere nessun colpo di scena, tenendo sempre il controllo del gioco. Sicuramente l’attuale formazione avrebbe grandi difficoltà nel World Tour, ma può meritare un posto tra le prime 24 del mondo, sperando di poter andare nei prossimi anni anche tra le 16 finaliste, per tornare a lottare tra le più forti squadre al mondo.