Abbiamo incontrato Claudio Zimaglia, fisioterapista e osteopata del Team di Riccardo Piatti che come sappiamo segue il croato Borna Coric.
Il team è impegnato nell’ATP500 di Beijing, ma Claudio è stato così disponibile da concederci un’intervista parlandoci del suo lavoro e del rapporto con Riccardo Piatti e Borna Coric.
-Prima di farti domande sul tuo lavoro, puoi parlarci di quando è nata la passione per la fisioterapia e da quanti anni eserciti in questo campo?
“Esercito fisioterapia dal 1989 anno in cui ho cominciato la scuola di formazione a Torino. Ma già prima di fare il test di ammissione ero entrato in contatto con questa realtà avendo frequentato massaggiatori, fisioterapisti, Osteopati, chiropratici soprattutto per prendersi cura del mio corpo. Finito il percorso formativo di fisioterapia nel 1992, ho seguito diversi corsi di formazione in ambito posturale e in terapia manuale per poi dedicarmi alla formazione in Osteopatia presso il collegio osteopatico di Marsiglia in Francia e presso la British Osteopatich school.”
-Hai sempre lavorato nel tennis o hai anche collaborato con sportivi di altre discipline?
“Ho lavorato con diversi atleti di diverse discipline sportive prima di dedicarmi prevalentemente al tennis. Ho lavorato soprattutto nel settore dell’atletica leggera quando collaboravo con il CUS Torino. Ho sempre avuto la passione per lo studio del movimento sotto vari punti di vista e non solo riabilitativo e grazie a questo ho sviluppato la mia attività all’interno del contesto sportivo e di tutte quelle dinamiche integrate alla correzione delle disfunzioni dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico. In passato con alcuni colleghi avevamo attivato un’associazione di nome AIFOS (Associazione Italiana Fisioterapisti e Osteopati per lo Sport) dove ci occupavamo di reclutare fisioterapisti per dare un servizio agli atleti durante le manifestazioni sportive. E grazie a questo ho potuto lavorare su eventi con atleti praticanti sport diversi come i campionati del mondo di scherma, maratone internazionali, Universiadi invernali, campionati europei di atletica leggera, etc…Tutto questo ti permette di venire a conoscenza delle differenti esigenze di un atleta e imparare a valutare e trattare disfunzioni in diversi distretti corporei ma soprattutto ti permette di lavorare sul campo direttamente a contatto con l’atleta prima, durante e dopo una performance sportiva. Un’altra esperienza importante da non sottovalutare è stata quella di aver lavorato anche con atleti in presenza di disabilità fisiche e neuromotorie. È come entrare in un’altra dimensione e da loro puoi solo imparare.”
-Per chi non lo sapesse, Claudio tiene seminari di fisioterapia e osteopatia e tecniche di bendaggio. Quante persone solitamente partecipano ai tuoi corsi?
“ Sì è vero. I miei primi corsi li ho sviluppati su Milano in collaborazione con la casa editrice Edi Ermes per poi spostarmi prevalentemente su Torino. Al momento tengo seminari di formazione presso scuola di Osteopatia ASOMI di Torino e collaboro con altri enti di formazione in giro per l’Italia. Ho sviluppato format didattici nel campo della terapia manuale, seminari full time inerenti il taping o bendaggi funzionali, o ancora giornate formative sul pilates terapeutico, sulla postura o sul movimento funzionale. In media partecipano da 20 a 25 allievi per seminario.”
-Da quanti anni collabori con Riccardo Piatti e come è nata questa collaborazione?
“Ho conosciuto Riccardo Piatti nel 1989 grazie a Pino Carnovale, il mio ex allenatore di salto triplo, divenuto poi responsabile della preparazione fisica dei giocatori della FIT. All’epoca cercavano un massaggiatore/fisioterapista che si occupasse di lavorare con alcuni atleti di Riccardo Piatti per il recupero muscolare post allenamento. Lui era appena arrivato a Torino e aveva cominciato a lavorare presso il circolo tennis Le Pleiadi di Moncalieri. Ho lavorato con lui fino al 1994 seguendo atleti del calibro di Caratti, Furlan, Brandi, Mordegan, Camporese per poi continuare il mio percorso formativo e di lavoro seguendo alcuni tornei Challenger della zona e diversificando il mio lavoro tra studio privato e altre realtà sportive. Ho poi ripreso la collaborazione con Piatti e Ivan Lijubicic nel febbraio del 2014. Stavano cercando un fisioterapista/Osteopata per cominciare una collaborazione con Milos Raonic… e di nuovo il mio ex allenatore Pino Carnovale ha fatto da tramite per ristabilire i contatti…. Ora mi dedico a tempo pieno al tennis seguendo anche gli atleti che giocano e si allenano presso la struttura di Riccardi Piatti in Bordighera.”
-Entriamo nello specifico, lavorando con il Piatti Tennis Center lavori direttamente anche con Borna Coric giocatore di spicco del team. Com’è lavorare con Borna?
“Ho cominciato con Borna Coric a fine anno 2017 una volta finita la mia collaborazione con Milos Raonic. Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi. Lo vedevo ogni tanto durante i tornei ma niente di più. Ho cominciato a seguirlo a Bordighera durante gli allenamenti lavorando in stretta sinergia con il preparatore atletico Dalibor Sirola per capire quale programma impostare su di lui. È arrivato presso il centro dopo un anno difficile e qualche infortunio di troppo da dover recuperare prima ancora di impostare un vero e proprio lavoro di allenamento. Ho cominciato da subito a seguirlo durante i tornei…. prima in Australia e poi a Dubai, Indian Wells e Miami. Dopo un primo turno e una racchetta frantumata in quel di Melbourne ha proseguito gli allenamenti fuori e dentro il campo con estrema determinazione raggiungendo poi la sua prima semifinale in un master mille in quel di Indian Wells perdendo solo da Roger Federer dopo che anche lì ha avuto le sue chanche per passare il turno. Penso sia stato uno dei mesi più belli che abbia mai vissuto insieme al suo coach Kiki Schneider che lo segue costantemente durante i tornei e collabora a stretto contatto con Riccardo Piatti. Un mese ricco e intenso non solo di risultati ma anche della spensieratezza con cui abbiamo condiviso la nostra quotidianità. Posso solo dire che è un lavoratore incredibile… e’ divertente…Un po’ apprensivo a riguardo la salute del suo corpo, ma questo penso sia normale per la maggior parte degli atleti.”
-Che tipo di esigenze ha un giocatore come lui, su cosa vi concentrate di più?
“La cosa più importante è il lavoro del team e della collaborazione tra le parti che lo compongono. Ognuno si interseca con l’altro. Dal mio punto la prevenzione, la messa in ordine posturale del suo corpo e la correzione dei compensi è al primo posto per quel che concerne il mio lavoro e le priorità di scelta. Come detto precedentemente io lavoro a stretto contatto con il preparatore atletico Dalibor Sirola. Insieme controlliamo e valutiamo l’atleta e a seconda delle esigenze del momento impostiamo il programma di lavoro più adeguato. Uno completa l’altro. Controlliamo i disequilibri posturali, facciamo uno screening sui movimenti funzionali di ogni singolo distretto corporeo e procediamo di conseguenza. Io mi occupo di recuperare il corretto bilanciamento muscolo-scheletrico e posturale, mentre Dalibor si occupa della programmazione atletica finalizzata prima di tutto al bilanciamento funzionale e poi all’allenamento vero e proprio. In campo Riccardo Piatti con i suoi collaboratori lavora sulla gestione tecnica dell’atleta controllando il colpo, la posizione, il movimento, gli spostamenti in campo, etc. “Pulizia” prima di tutto; pulire il corpo dai problemi muscolari e meccanico-articolari che le posture e i gesti ripetitivi del tennis possono accumularsi sotto tensioni anomali, pulire il corpo dai movimenti o dai gesti disfunzionali per renderli funzionali, ridare mobilità o stabilità dove necessario, pulire il gesto tecnico per rendere più efficace, economico ed incisivo il colpo.”
“Diciamo che non si finisce mai di imparare. La cosa importante, oltre lo studio di base e i corsi di formazione professionale, è quella di crearsi le possibilità di seguire persone che hanno già una certa esperienza. Ognuno può insegnarti qualcosa e da loro puoi apprendere alcuni segreti che solo andando a scuola non puoi imparare . Al momento consiglierei di evitare di chiudersi subito in uno studio. Opterei per una scelta lavorativa o collaborativa all estero . Investirei i soldi nell esperienza di girare il mondo e confrontarmi con altre realtà sia lavorative che non . C’è sempre tempo per chiudersi tra quattro mura di una stanza soprattutto se parliamo di fisioterapisti che vogliono lavorare nel mondo dello sport. “
“Si! Vincere un grande slam con Borna Coric! “