Jannik agli ottavi

Dopo il solito ottimo inizio Sinner risolve mille difficoltà e si regala gli ottavi di finale (6-1, 7-5, 6-3), in attesa del vincente tra Norrie e Nadal.

La partenza lanciata è la specialità della casa: la prima di servizio di Ymer non riesce a scalfire Jannik, così sono scambi lunghi e pesanti che alla lunga finiscono quasi sempre nello stesso modo. La conseguenza è una pioggia di palle break in cui Sinner canta e balla con vero piacere fino a raggiungere uno dei suoi punteggi preferiti per il primo parziale: 6-1.

Confermata la buona abitudine, non rimane che sfatare quella cattiva, ovvero la difficoltà accusata nel secondo set, quando l’avversario si iscrive al match (contro Mager in verità era giunto poi il 2-0, ma il terzo era finito nelle mani del nativo di Sanremo). In effetti anche Mikael, come i suoi predecessori, superata la prima scioccante mezz’ora vuole vendere cara la pelle. La trappola si presenta puntuale nel quinto game, quando lo svedese trova un bel passante di dritto che gli dà fiducia e le prime palle break della partita. Sinner annulla e il gioco si prolunga fino a diventare il più lungo del match ma alla fine l’azzurro se la cava con autorità. È suonata la sveglia e Sinner si procura tre palle break, ma Ymer non molla: rimontare da 0/40 è un bel segnale e Mikael giustamente si carica. Si arriva al 30/30, poi Jannik si consegna con un doppio fallo e un rovescio in rete. Visto che niente succede per caso, tantomeno ciò che si ripete, bisogna per forza trarne una lezione. La lettura più immediata è che il gioco di Sinner, inizialmente soffocante, possa poi offrire un appoggio quando ci si scalda e si entra in ritmo. Forse sarebbe il caso di introdurre qualche variazione prima che questo accada e non abbiamo dubbi che Jannik sia in grado di migliorare anche sotto questo punto di vista.

Il game successivo è una gran lotta ma è lo svedese a prevalere per il 5-3. Adesso Ymer arriva su ogni palla e Jannik scalpita perché non riesce a chiudere punti facili, poi capisce che non ci saranno regali e fa l’unica cosa da fare: alza il livello del suo gioco. Un paio di punti spettacolari accompagnano il 5-4, ora Mikael servirà per il set. Qualche errore di tensione porta a palla break, ma il cambio lungolinea dopo uno scambio di 27 colpi non premia Sinner, che poi regala il set point con un rovescio lungo. Qui con il giusto mix di coraggio e pazienza, Jannik raccoglie un paio di sbagli dell’avversario e poi chiude con il dritto a uscire un altro scambio infinito: 5 pari preziosissimo. Jannik ora accetta di scambiare su ritmi inferiori nell’attesa del momento giusto: Ymer non trova più la stessa regolare potenza a cui appoggiarsi e resta spiazzato. Se aggiungiamo il rimpianto per il set point mancato, il 7-5 è servito. 2-0 fotocopia del secondo turno.

Sappiamo già che non è concesso tirare il fiato, lo conferma il terzo game, in cui Jannik finisce 0/40 ma rimonta con pazienza, annulla una quarta palla break e si porta avanti 2-1. L’occasione persa pesa come un macigno, Sinner ne approfitta per mettere a punto il dritto lungolinea e ne nasce un game bellissimo, condito di palle break, colpi spettacolari e il giallo di un recupero di Ymer dopo il (presunto) secondo rimbalzo. Le scorie dell’ingiustizia lasciano un’ombra nella mente di Sinner che scivola 15/40 e naviga tra i flutti di un altro gioco pericoloso, raggiunge le otto palle break salvate nel set e si porta 3-2. Finalmente un paio di game facili permettono di tirare il fiato, Poi Jannik piazza lo scatto decisivo strappando il servizio a Ymer, infine taglia il traguardo per un 6-3 ben più complesso di quanto sembri.
A dispetto dei tanti errori non forzati e della crescita dell’avversario, Jannik chiude 3-0 una gara difficile e si regala l’ottavo di finale in attesa dello scontato arrivo di Rafa Nadal.

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