A dispetto dell’età e della vocazione al rosso, in questo caso è Sinner il veterano. Nel primo set la superiorità di Jannik è piuttosto netta in termini di spinta e di lettura del gioco. Il dialogo dura un paio di game poi comincia un monologo fino al 6-1 finale. Numeri alla mano il risultato è troppo simile a quello del turno d’esordio per non pensare ai fantasmi del tentato suicidio di lunedì. Per questo Mager ha tutte le ragioni per rimanere attaccato al match e lo fa soprattutto appellandosi al servizio e a una maggiore propensione al rischio: l’unica via per scrollarsi di dosso il connazionale che a velocità di crociera sembra irraggiungibile.
La ritrovata tranquillità nei turni di battuta restituisce alla partita un equilibrio che Sinner al momento non è in grado di spezzare, con Gianluca che si porta avanti 4-3; Jannik, dal canto suo, memore dell’Odissea imprevista con Herbert, resta molto concentrato al servizio e non rischia nulla fino alla zona calda del set, quando gli errori costano più cari. È qui che Mager se la cava con un ace sul 30/30 e poi chiude con un vincente: 5-4. È proprio nel decimo gioco che Sinner va per la prima volta in difficoltà e concede due set point di fila, ma si salva grazie a tre errori di fila in risposta, di cui due sulla seconda, poi vince con qualche affanno ai vantaggi: 5-5. Lo scampato pericolo è una sveglia per Jannik che prova a spingere anche in risposta con alterne fortune, poi sul 30/30 si getta come un falco sulla seconda di Mager, ci monta sopra e spara un missile che Gianluca può solo parare ma senza controllo. Lui però non si arrende e si riporta avanti perché questo game è vitale e va combattuto fino in fondo; l’ennesima smorzata inefficace porta in dote la terza palla break, poi Jannik inventa un passante di dritto in allungo ribaltando l’inerzia dello scambio per strappare il servizio all’avversario. Adesso Sinner sente l’odore del sangue e chiude in fretta a zero calpestando i rimpianti di Mager.
Gianluca incassa il colpo ma non molla, perché gli Slam si onorano fino in fondo e perché le partite al meglio dei cinque possono regalare sorprese. E infatti arriva come d’incanto l’occasione: il nastro respinge la smorzata di Sinner che concede una palla break, poi Mager sfodera un dritto che non ammette repliche, si esalta e vola 5-2. Jannik resta in scia poi Mager fa il suo dovere senza lasciare spiragli: 2-1 il conto dei set e qualche tarlo si fa strada nella mente dell’altoatesino.
Jannik non ha la minima intenzione di complicarsi la vita, cerca il break già nel secondo game e lo ottiene alla terza occasione sull’errore di Mager: 2-0. È proprio il momento in cui uno pensa vai che adesso è tutta discesa, idea sbagliata perché il controbreak arriva immediato e veloce. Mager rinfrancato vola poi sul 40/0 ma c’è una nuova reazione di Jannik che rimonta, si riprende quel vantaggio che sentiva ormai suo e stavolta lo conferma con il 4-1, che poi diventa 5-2. Un’altra volta Mager si fa riprendere da 40/0 ma in questo caso riesce a rimediare (e si colpisce la rotula con lo slancio dell’ultimo servizio) perciò toccherà a Jannik l’onere di servire per il match. È un ace a procurare il matchpoint, poi un servizio vincente chiude per sempre il discorso.
Ormai dal ragazzo ci si aspetta tantissimo, ma poi le partite vanno giocate e vinte e abbiamo visto spesso che non è così scontato, perciò bravo Sinner: il prossimo turno è abbordabile e il premio, con tutti i condizionali possibili, sarebbe un nuovo tagliando al cospetto del tiranno di casa.