Johanna Konta, one-hit wonder o promessa britannica?

Parlare di Johanna Konta non è cosa facile.

Si tratta di una giocatrice che ha passato la gran parte della sua carriera del circuito ITF, della quale si sa molto poco a livello personale e il cui percorso non sembra aver subito grosse scosse. Questo fa sì che sia pressoché impossibile trarne un profilo psicologico soddisfacente. Konta è del 1991, ha 24 anni e ciò non fa di lei una nuova promessa; ma allora Johanna Konta cos’è? Dove si colloca all’interno del panorama tennistico? Cercheremo di rispondere oggi.

La giocatrice britannica, baciata da un gioco aggressivo e brillante, sta spuntando sulle testate tennistiche grazie agli ottavi di finale raggiunti proprio in questi giorni agli US Open di New York, dove, partendo dalle qualificazioni, ha battuto Garbine Muguruza, in crisi dopo la finale di Wimbledon, e soprattutto la solidissima Andrea Petkovic. Quest’anno la Konta ha giocato anche un ottimo torneo di Eastbourne, dove, anche in quel frangente, ha sconfitto la giocatrice spagnola. Tuttavia la carriera degna di nota della Konta sta tutta qua.

Nell’industria musicale si usa sempre il termine one-hit wonder per indicare quei cantati che vengono ricordati solamente per una canzone, spesso unico loro prodotto di qualità. Sconosciuti prima e sconosciuti dopo. Per il tennis, invece, è stato coniato il termine one-slam wonder, che va a colpire con una connotazione non proprio lusinghiera quei tennisti di medio livello che, vuoi la fortuna, vuoi l’ispirazione in quelle due settimane, hanno vinto uno slam per poi scomparire di nuovo. Nel tennis, sempre che non si tratti di teenagers, bastano due turni in uno slam perché si urli al miracolo, ma anche in questo caso i giocatori capaci di un buon risultato e poi tornati ai loro soliti livelli sono molti.

Il futuro non si può prevedere, ma alla luce di questi ottavi di finale tutti si stanno chiedendo se Konta non sia una giocatrice che nei prossimi anni ci farà vedere grande tennis. È possibile, come anche sembrava possibile per la Krunic l’anno scorso. A mio parere è presto per dirlo. Qualora Johanna si rivelasse davvero una promessa, allora il Regno Unito potrebbe dire addio alla Watson per abbracciare il culto Konta, dove le soddisfazioni non mancherebbero di sicuro.

Vittorio Orlini

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