Juan Martin Del Potro, segnali negativi?

Non vedremo subito Juan Martin Del Potro su un campo da tennis. Questo è quello che possiamo cogliere, senza andare troppo lontano, dal messaggio inviato dall’argentino ai suoi fan sui social network, dove ha annunciato la sua separazione dal suo allenatore Franco Davin e dal suo preparatore fisico Martiniano Orazi.

“Ciao a tutti. Voglio dirvi che Franco e Martiniano hanno smesso di essere i miei allenatori. Voglio solo ringraziarli per gli anni che abbiamo trascorso a lavorare insieme e auguro loro il meglio. Un ringraziamento speciale anche alle loro rispettive famiglie per il caloroso sostegno al di là di tennis.”

Nella decisione di concludere la sua collaborazione con gli allenatori con i quali ha lavorato dal 2008 e che lo hanno portato nell’olimpo del tennis, con la vittoria agli US Open nel 2009 ed il 4 posto in classifica nel mondo, Juan Martin Del Potro questa volta mette la sua carriera in standby e si concentra sull’ennesimo recupero. Un’agonia che non sembra avere fine. A 26 anni, l’argentino, si sta riprendendo dalla sua terza operazione al polso, dello scorso 18 giugno. Quest’anno ha giocato solo due tornei, Sydney e Miami e solo quattro nel 2014. Prima di decidere di tornare all’azione, aveva mandato un messaggio ai suoi fan, dove sembrava sconsolato. Ha poi confessato di non sapere se avrebbe potuto giocare ancora un giorno, ma farebbe qualsiasi cosa per recuparare.

Nelle ultime settimane, tuttavia, ha rassicurato sè stesso ed i suoi sostenitori attraverso la pubblicazione di un video in cui mostra la rimozione del suo gesso, oltre a foto in cui è intento nei lavori di casa (cucinare o stirare), mostrando un tocco di umorismo. Sotto la foto con l’aspirapolvere nella mano destra, ha commentato: “Posso anche lavare, lavare i piatti e la cucina.”

Del Potro ora ha tutto il tempo per prendersi cura delle sue cose, ma non ha dimenticato il tennis, per nulla. È sempre incoraggiato dai suoi compagni di Coppa Davis, e puó contare sul rispetto di chi gli sta vicino. La ripresa sembrerebbe dura, soprattutto in un momento in cui la competitività è molto alta. Ma già rivederlo a buoni livelli sarebbe un bel traguardo per lui. E per noi.

Di Giorgio Lupi

Giacomo Marchetti

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