Kiki Mladenovic, la grazia francese, la determinazione serba e il “tennis instinct”

La neo-campionessa di San Pietroburgo a 23 anni ha già vinto 3 Slam in doppio ed ora stanno arrivando i primi successi anche in singolare, successi che premiano il suo gioco aggressivo emozionante ed istintivo. Anche per questo dice di non volere almeno per ora un allenatore "La presenza di un allenatore che mi dice sempre le stesse cose potrebbe bloccare il mio istinto”

Dragan Mladenovic, padre di Kiki è un ex pallavolista jugoslavo della generazione che entrò nella storia vincendo l’oro olimpico a Los Angeles nel 1984. Nel 1992  lascia quella che stava diventando ormai l’ex-Jugoslavia e firma per il Dunkerque.  Si trasferisce quindi nel nord della Francia con la moglie Dzenita, anche lei pallavolista di ottimo livello. Ed è in Francia infatti che nasce Kiki Mladenovic. Da piccola aveva iniziato, con gli sport “di famiglia ma, racconta Kiki in un’intervista al quotidiano Novoski, ben presto la sua strada le si è rivelata “Ho provato sia la pallamano che la pallavolo, ma mi annoiavo, perché ero sempre più alta e più brava delle altre. E siccome c’era un tennis club proprio vicino a casa, i miei genitori mi fecero provare. Dal primo momento tutto mi parve perfetto: avevo molto talento” Kristina aveva 8 anni e il maestro le disse: “Ma davvero non hai mai preso una racchetta in mano?”. La FFT nota il suo talento non se la  lascia sfuggire, anzi la fa allenare nel centro nazionale di Parigi.  Kristina Mladenovic nel 2009, ad appena 16 anni conquista il Roland Garros junior e il n1 del ranking mondiale. Ma la giovane tennista di Saint-Pol-sur-Mer, vicino a Calais, sembra destinata a sfondare anche nel circuito “pro”, infatti  nel 2012, a 19 anni, entra in  top 100.

IL DOPPIO – La Mladenovic, pian piano si fa notare soprattutto nel doppio, da buonissima giocatrice di volo che è. Nel doppio femminile dal 2012 ad oggi ha conquistato 16 titoli , prima con Timea Babos, poi negli ultimi anni con la sua amica “Caro” Caroline Garcia, con la quale –protagonista come lei di un tennis aggressivo ed emozionante – ha vinto il titolo al Roland Garros 2016 ed ha raggiunto anche il n°2 del ranking il 24 Ottobre del 2016. I risultati migliori, tuttavia, li ha ottenuti nel doppio misto insieme a Daniel Nestor. “Il contatto è nato in modo casuale- racconta Kiki- prima del Roland Garros 2014 mi ha chiesto di giocare insieme. Mi sono domandata come fosse possibile che un giocatore del suo calibro mi chiedesse di fare coppia. Ovviamente ho detto sì”. Subito i due hanno ottenuto la finale all’Open di Francia e le vittorie a Wimbledon e agli Australian Open. “All’inizio giocavo in doppio solo per allenare il singolo, poi però ho vinto due Slam ed è qualcosa che potrò raccontare ai miei figli. Adesso lo gioco bene, ne sono orgogliosa e mi aiuta anche per il singolare”

IL SINGOLARE – La prima finale in singolare è del 2015 al Wta International  di Strasburgo, dove viene battuta però da Sam Stosur. Nello  stesso anno raggiunge primi quarti di finale Slam, a New York (sconfitta da Roberta Vinci, nello stesso anno in cui la tarantina poi sconfisse Serena Williams) ed entra in top 30. Nel 2016 raggiunge la finale a S’Hertogenbosch, in Olanda dove perde contro Coco Vandeweghe per 7-5 7-5, per Kiki è la prima finale del 2016. Sul finire della stagione raggiunge un’altra finale ad Hong Kong superata da Caroline Wozniacki, che si impone per 6-1 6(4)-7 6-2. Il primo titolo arriva finalmente con il 2017, è infatti di questi giorni il trionfo  della francese a San Pietroburgo, dove dopo aver sconfitto Venus Williams e la nostra Roberta Vinci ai quarti, ha superato in finale  Yulia Putintseva, n°34 del mondo per  6-2 6-7(3) 6-4

IL LEGAME CON LA SERBIA – Sebbene  Mladenovic abbia scelto di giocare per la nazione dove è nata e cresciuta (“Ma nessuno mi ha mai contattato dalla Serbia” disse in occasione delle vittoria al Roland Garros juniores), il legame con il paese di origine e con gli atleti dell’ex Jugoslavia rimane comunque molto forte.

“Ana, Jelena, Bojana, Dusan, Nole… Lui è il numero uno, nell’ultimo periodo sta giocando il suo miglior tennis” ha dichiarato la tennista, che si sente un incredibile mix serbo-francese

UNA KRISTINA- RAGAZZA DEL 93 – “Kiki” , come oggi la chiamano tutti , genitori compresi ha preso il diploma e ha imparato ben  quattro lingue. Conosce infatti il francese, ovviamente, il serbo dei genitori, l’inglese, lo spagnolo l’italiano ed ha anche delle nozioni di russo e bulgaro. Una ragazza in gamba, dalle doti fisiche particolarmente spiccate. Già da junior gli sponsor le sono saltati addosso, e le sono arrivate le prime wild card, anche nei tornei del Grande Slam.  Amica del cuore di Belinda Bencic, le due sono sempre insieme, che si tratti di andare dal parrucchiere o di andare a vedere un match di Roger Federer.

ALLENATORI – Curiosamente, il suo miglior momento è arrivato in un periodo in cui era senza coach. Ne aveva cambiati diversi. Dopo essere cresciuta con il papà-allenatore di Amandine Hesse- sua prima compagna di doppio da junior-  aveva provato con i serbi Dusan Vemic e Nemanja Kontic (ex coach della Ivanovic), ma in seguito aveva deciso di fare tutto per conto suo, seguita dai genitori, soprattutto dalla madre. “Per adesso ha funzionato- aveva detto- ma sono consapevole che avrò bisogno di qualcuno per raggiungere i miei obiettivi”. A sorpresa, poi  ha cominciato ad essere seguita da Georges Goven, discreto giocatore degli anni 70 ed ex capitano della Fed Cup francese. I due avevano già lavorato insieme nel 2009 e stavano cercando di sviluppare un gioco sempre più aggressivo, anche in considerazione del suo fisico, uno dei migliori del circuito. Un metro e ottantaquattro di altezza  per sessanta kg le consentono infatti un gran servizio piatto come i suoi colpi di dritto e di rovescio, gli stessi che hanno stordito Sara Errani sulla terra indoor di Genova. Da circa un mese però ha chiuso anche con Goven ”Il 2016 è andato bene, non ci sono stati problemi, ma non è arrivato il piccolo extra di cui avevo bisogno” Kristina in effetti non ha ben chiaro di che cosa si tratti, “E’ difficile dirlo con precisione, forse la necessità di un discorso diverso, ascoltare qualcosa che non ho ancora sentito”.

L’ISTINTO DEL TENNIS – In un’intervista a”L’Equipe”, ha poi rivelato che nel 2017 non ha intenzione di cercare un nuovo coach infatti vorrebbe provare a liberare il suo istinto di giocatrice. “Non ho bisogno di qualcuno che mi ripeta cose che già so. La presenza di un allenatore che mi dice sempre le stesse cose potrebbe bloccare il mio istinto” Istinto che vince sempre ed emoziona per la contrapposizione di situazioni emotive e psicologiche a volte opposte. Come il tennis fatto di bellezza, senza un perché e senza certezze.

 

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