“I funzionari della sanità pubblica della contea di Nassau hanno emesso un avviso di quarantena per tutte le persone che hanno avuto contatti prolungati con qualcuno che è risultato positivo al coronavirus. Poiché i giocatori risiedono nella contea di Nassau, il requisito di quarantena impedisce loro di raggiungere l’USTA Billie Jean King National Tennis Center. L’USTA è obbligata a seguire le linee guida dello Stato, della città e della Contea. Tutte le persone che sono state in contatto prolungato con il giocatore infetto dovranno rimanere nelle loro stanze per il resto del periodo di quaranta. Kristina Mladenovic è una di queste persone e pertanto, con la compagna di doppio Timea Babos, è stata squalificata dagli US Open“.
Tutti ciò dopo la decisione del Dipartimento della Salute dello Stato di New York di rimandare di tre ore il match tra Alexander Zverev e Adrian Mannarino. Il francese sembrava incapace di giocare quella partita, scatenando una vera fuga di notizie. Clamorosa, però, la disparità di trattamento tra Mannarino e la sua connazionale Mladenovic messa in atto dalla direzione del torneo.
Questo scenario porterà a nuove polemiche sulla disparità di trattamento tra i giocatori del singolo maschile e femminile, c’è da dire che la decisione di far giocare Adrian Mannarino e di non far giocare Kristina Mladenovic non è dipesa tanto dalla USTA che non ha potere decisionale ma dalla contea di Nassau e dagli uffici e dalle amministrazioni sanitarie di New York che hanno la responsabilità di tutelare la salute dei presenti a Flushing Meadows.
Qualche giorno fa, dopo la sconfitta contro Varvara Gracheva nel girone di ritorno del singolare femminile, Kristina Mladenovic ha avuto parole dure contro la bolla e il torneo: “Quello che stiamo vivendo qui è un incubo. Non cerco una scusa per la mia sconfitta, non è colpa dell’USTA se non ho sfruttato i miei quattro match point. Ora ho solo un desiderio ed è riavere la mia libertà. Vorrei tanto parlarvi delle cose che stanno accadendo qui, del modo con cui ci trattano che è abominevole. Le condizioni qui sono atroci. Se avessi saputo che giocare a carte per 40 minuti con un giocatore risultato positivo ma già negativo, mi sarei trovato in queste condizioni, non avrei mai messo piede in questo torneo” ha concluso.
Nicola Devoto