Nessuno vuole allenarsi con Ivo Karlovic

Per l'ennesima volta in carriera, questa settimana, in Ecuador dove è stato impegnato nel torneo ATP 250 Open di Quito, il numero 18 del mondo Ivo Karlovic non è riuscito a trovare un partner con cui allenarsi: si è dovuto accontentare del suo coach Petar Popovic.

Per noi comuni mortali potrà sembrare assurdo, ma non sono molti i tennisti pro che vogliono allenarsi con il numero 18 del mondo Ivo Karlovic. A certi livelli i tennisti ricercano consistenza e ritmo durante una sessione d’allenamento. Cose difficili da ritrovare con il gioco di Karlovic, sempre teso alla chiusura del punto senza permettere ai suoi partner di ottenere ciò per cui hanno riservato un’ora del loro allenamento.

UNA SCENA GIÀ VISTA – È successo altre volte: Ivo Karlovic si avvicina al desk alla prenotazione dei campi per le sessioni d’allenamento dell’Open di Quito, scrive il suo nome con una penna blu sul foglio e specifica che è alla ricerca di un partner pratica. Poi torna in albergo e va a dormire. L’indomani ripassa al Club, fiducioso che qualcuno avrà scritto il proprio nome accanto al suo, così da poter giocare un po’ di punti prima di scendere in campo, ma quando scorre il foglio prenotazioni si accorge che nessuno ha scritto il suo nome accanto al suo. Bellucci con Monteiro, Estrella con Zampieri, Cerratani con Oswald, ma nessuno con Karlovic. È la terza volta che succede in una sola settimana qui a Quito: nessuno vuole giocare con il numero 18 del ranking ATP!

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Ivo Karlovic e il suo coach Petar Popovic

“TROPPO  FORTE” – “Non mi capita spesso di potermi allenare con qualche altro giocatore”, spiega Karlovic. “A loro non piace molto allenarsi con me, ma non è un problema!”  Il gigante croato ha un gioco che non consente ai suoi partner di allenare ritmo e consistenza, aspetti di cui quasi tutti i tennisti sono alla disperata ricerca. Una prima di servizio da oltre 220 km. orari che gli ha permesso di stabilire il record di più di 11mila ace realizzati finora in carriera, un rovescio insidiosissimo in back e un altrettanto ostico diritto piatto non sono l’ideale per prendere fiducia e confidenza. “Agli altri non piace allenarsi con me perché non riescono a trovare ritmo”, dice il giocatore croato finalista all’ultima Coppa Davis. “Penso però che questa situazione sia un vantaggio. Meno si allenano con me, meno è probabile che si abituino al mio gioco.”

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UN COACH PER AMICO – A Karlovic non resta quindi che chiedere tre tubi di palline e dirigersi verso il campo prenotato prima sotto gli occhi esterrefatti dei fan (non si vede tutti i giorni un gigante di 211 centimetri) e riscaldarsi con il suo allenatore Petar Popovic. “L’unico disagio di questa situazione”, dice Karlovic ridendo, “è che mi tocca guardare ogni giorno il mio allenatore dall’altra parte della rete”. Popovic si è ritirato dal circuito ATP nel 2008, all’età di 26 anni: tre anni più giovane di Karlovic, non è uno di quegli allenatori che si appoggia contro un muro per guardare e osservare una sessione di allenamento. Suda tanto quanto o più del suo giocatore.

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“PETAR È UN AMICO” – “Capisco che gli altri giocatori non vogliano allenarsi con Ivo perché con lui è impossibile trovare il ritmo. Quindi tocca a me essere abbastanza in forma per allenarmi con lui. Anche quando sono in vacanza mi alleno tre volte a settimana e vado in palestra. Non è facile dovere rispondere ogni giorno ad un servizio che supera di gran lunga i 200 chilometri all’ora!” Tutto questo ha cementato il rapporto tra i due. “Prima di tutto, Petar è un amico. Poi, con lui lavoro ormai da tre anni. Passiamo un sacco di tempo insieme e andiamo molto d’accordo. Ed è pure molto divertente.” E Popovic conferma:  “Scherziamo molto. A volte gli dico: ‘Prendi questo, fai questo’;  e lui (Karlovic) mi risponde: ‘Sì, papà!’  Questo è buffo perché lui è più vecchio e più alto di me. Considerato che nel corso di un anno vedo Ivo più di mia moglie e dei miei figli, è un bene che riusciamo a trovare un modo per non prenderci troppo sul serio e sdrammatizzare le cose”.

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