Adriano Panatta, tramite YouTube (la prima parte) risponde ad alcune curiosità dei fan, legate al tennis attuale e non, sia sul lato tecnico che mentale. La prima domanda si basa sulle differenze principali tra il tennis di ieri e quello di oggi e Adriano concentra la sua risposta sulla racchetta e il cambiamento fisico degli atleti: “Il cambiamento principale è legato alla racchetta, in precedenza col materiale in legno era più difficile colpire con potenza ed effettuare i recuperi che vediamo fare oggi. In più, io che sono alto 1,85 m, quando giocavo, ero considerato un “big man”, uno uomo da un fisico importante, mentre oggi sarei visto come un uomo nella media, visto che ormai nascono principalmente atleti dotati di altezza e fisicità decisamente importante“.
Un’altra domanda è soprattutto un consiglio di un padre di famiglia, che vorrebbe avvicinare il figlio al tennis, con la speranza di portarlo al professionismo, alla quale Panatta risponde in tutta sincerità: “Bello avere ambizioni, però la cosa sicura, intanto, è avere una formazione scolastica e terminare gli studi. Interromperli prima dei 18 anni, per provare un’avventura come quella è molto rischioso, perché potrebbe non portare a niente. Mio padre mi fece smettere in terza superiore, e riguardo a me, fu la scelta giusta, ma come facciamo a sapere cosa succederà con altri ragazzi?”
La penultima domanda riguarda l’aspetto tecnico, prendendo in esame ogni singolo colpo per creare il miglior tennista di sempre. Unendo passato a presente risponde così: “Prendo il diritto di Sampras e Federer, il rovescio a due mani di Djokovic, quello ad una mano di Gasquet e Wawrinka, la volée oggi di Federer, nel passato indubbiamente di Cash, Newcombe e Mcenroe, la fisicità di Nadal, e la forza mentale di Djokovic e Nadal, anche se il primo a volte ha dei buchi”. Da notare come non abbia nominato il servizio, forse per semplice dimenticanza.
L’ultima domanda non poteva che essere su Sinner, ormai sulla bocca di tutti. Un fan è fermamente convinto che diventerà numero 1, perché in lui vede una forza mentale degna appunto dei migliori. “Spero che diventerà numero 1, ma non bisogna farsi ingannare dall’euforia del momento. È ovvio come il suo, sia un talento fuori dall’ordinario, per l’età che ha, però con i piedi per terra, non si sbaglia mai”.
Adriano Panatta senza peli sulla lingua, risponde con tutta onestà anche sulla situazione attuale del tennis e su Berrettini in un’altra intervista: “L’era di Federer, Nadal e Djokovic non è ancora terminata. Il fatto che nessuno di loro sia arrivato in finale alle ATP finals può non significare nulla. Tsitsipas e Thiem hanno meritato, hanno giocato una finale splendida e sono felice abbia vinto il greco, perché in lui vedo un talento superiore. Berrettini merita di stare lì con loro, con i top player, battere Thiem, nonostante fosse quest’ultimo già qualificato, era comunque difficile. Ma lui lo ha fatto”.