Eccoci qua. Di fronte c’è Aljaz Bedene, che conduce 2-1 i precedenti e che in Australia si è rivelato un osso duro, mancando un set point nel primo parziale. Non si può dare a una vittoria la colpa di una sconfitta, ma le vicende australiane hanno evidenziato qualche lacuna nella gestione delle energie e di certo fra gli obiettivi di oggi c’è anche un miglioramento da questo punto di vista.
Jannik parte cattivo, concentrato e creativo. Non stupisce l’aggressività che ormai conosciamo, quanto piuttosto la strenua tenuta difensiva che riesce a mettere in campo. Frustrante per lo sloveno che se prende in mano lo scambio (cosa già difficile) fa una fatica mostruosa chiudere. Il break del quarto game è una conseguenza naturale, mentre sul proprio servizio Jannik mette insieme una striscia di 13 punti di fila che gli conferisce una serenità olimpica. Bedene ha il merito di restare lì attaccato in attesa di un’occasione, Sinner però chiude ogni varco e con due cannonate lungolinea di dritto mette la parola fine su un 6-3 che gli sta stretto. Bedene rimane alla stazione a scrutare l’orizzonte con i suoi tre punti in risposta (su 23).
Nel secondo set lo sloveno balbetta ma si aggrappa al servizio e nel quarto game arriva inopinato il primo passaggio a vuoto di Jannik e un pacco regalo con tre palle break. Lo sloveno non gioca bene le prime due, la terza è annullata da un bel dritto incrociato, ma ai vantaggi uno scambio lunghissimo suggella l’inattesa minifuga di Aljaz: 3-1. Le prove di rimonta si infrangono ai vantaggi, poi Jannik perde ancora il servizio per il 6-2.
Adesso Sinner ha poco smalto e sbaglia tanto. Nel secondo game uno scambio fiume sul 15 pari pare riaccendere la luce ma Bedene sente che è il momento di spingere e mantiene alta la pressione. A Jannik mancano i punti facili e ai vantaggi arriva la palla break che lo sloveno spreca con un dritto in rete. L’uno pari è ossigeno per Sinner. Nel terzo e nel quinto game, brutti e fallosi, arrivano due opportunità per Jannik che non le sfrutta, ora entrambi faticano a esprimersi con costanza e c’è l’impressione di un match in balia di un meteo incerto. Jannik afferra a zero il 3-3, ma lo sloveno con due ace rimanda la pressione al mittente. Qui Sinner si affaccia sul baratro, va sotto 0/30 ma ritrova la prima come un raggio di luce fra le nubi. Altro giro altro regalo, con Jannik sotto 5-4 a servire dal cornicione; stavolta nessuna sbavatura, ma di nuovo Bedene scappa in fretta avanti lasciando al nostro amico di San Candido l’onere di raggiungerlo al tiebreak. E tiebreak sia.
Qui purtroppo, dopo il minibreak iniziale, Jannik si piega al mal di schiena, chiede l’intervento del fisioterapista ma perde tutti i punti al servizio e cede 7-3. Buona la prova di Bedene che si guadagna il secondo turno con Gerasimov.