Roma nun vole capi, figuriamoci re. Roger Federer e la maledizione agli Internazionali BNL d’Italia

Roger Federer e la maledizione degli Internazionali Bnl d'Italia: un torneo amato, ma dove non ha mai goduto del trionfo. Di Stefano Maffei.

Proprio il 17 maggio di 5 anni fa si disputava al centrale del Foro Italico l’ultima finale giocata da Roger Federer a Roma, quella persa con il punteggio di 6-4 6-3 contro Novak Djokovic. Si trattava della quarta sconfitta in altrettante finali disputate nel torneo italiano (andando a pareggiare il record negativo dell’altro Master 1000 che manca alla sua collezione, Monte Carlo). Andiamo a rivivere alcuni momenti chiave delle sfortunate campagne italiane del maestro svizzero.

La sfortunata storia di Federer agli Internazionali d’Italia inizia nel lontano 2003, quando l’allora 22enne svizzero col codino, numero 5 della classifica ATP, viene sconfitto a sorpresa da Félix Mantilla, onesto spagnolo che si presentava alla finale di Roma da n. 47 del ranking. Federer arriva alla domenica con tutti i favori del pronostico, aveva perso un solo set nel torneo ed accumulato sul campo circa tre ore in meno dell’avversario (7 contro le 10 dello spagnolo).

I cronisti dell’epoca giudicano la prestazione di re Roger (reo di aver sprecato ben 17 palle break) sciagurata, troppo “snob” per riuscire a portarsi a casa il titolo. Sembrava comunque solo questione di tempo e in breve il miglior talento europeo si sarebbe sicuramente ripreso il titolo regalato a Mantilla.

Come ben sapete però non sarà così.

Dopo il secondo turno del 2004 e l’assenza nel 2005 Roger, da testa di serie n. 1, ci riprova nel 2006. Questa volta nel torneo fatica un po’ di più, soprattutto ai quarti e in semifinale, rispettivamente contro Almagro (6-3 6-7 7-5) e Nalbandian (6-3 3-6 7-6), prima di accedere alla finale contro il n. 2 del seeding nonché detentore del titolo, parliamo naturalmente di Rafael Nadal. Il nativo di Manacor ad appena 20 anni aveva già vinto il Roland Garros e ben 4 Master 1000 (Monte Carlo, Roma, Canada e Shangai) prima di quella finale.

Tutti hanno ancora negli occhi la partita, probabilmente una delle più spettacolari dell’intera storia del torneo. Qui però vogliamo fermarci ad un momento in particolare. Quinto set. Nadal serve sul 15-40 dopo un doppio fallo ed un dritto finito lungo. Sono i primi (e gli ultimi, anche se in quel momento nessuno può aspettarselo) championship points di Federer agli Internazionali d’Italia. Il primo svanisce con un errore dello svizzero dopo uno scambio lungo, ma la grande occasione arriva sul secondo match point. Il dritto del re finisce di pochi millimetri oltre la riga, l’arbitro chiama la palla out. Il resto della partita è storia e Nadal si porterà il trofeo a casa. Roger Federer è arrivato a pochi millimetri dalla vittoria di quello che diventerà il torneo più stregato della sua carriera perché non si avvicinerà mai più così tanto a vincerlo. Ci riproverà nel 2013 ma ne esce con le ossa rotte (6-1 6-3) ancora contro Nadal e nel 2015, questa volta sconfitto 6-4 6-3 dal serbo Novak Djokovic.

Per ora si conclude così la storia stregata di Roger Federer agli Internazionali d’Italia. Storia stregata forse anche per via del suo soprannome, il re. Perché si sa, “Roma nun vole capi, già ce l’ha avuti sette re”.

Stefano Maffei

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