C’era un tempo in cui Roger Federer giocava sui campi da tennis come se di fronte a lui, dall’altra parte della rete, ci fosse solo una metà campo vuota. Imponeva il suo ritmo, dispensava il suo immenso talento con la violenza con cui una valanga si abbatte su una montagna o uno tsunami su una costa. In poco tempo, si sbarazzava dei suoi rivali in match quasi senza storia, in cui i suoi avversari venivano relegati al ruolo di semplici comparse all’interno della coreografia di uno show. Federer badava solo al proprio gioco, noncurante di chi fosse di fronte a lui.
Tra le tante cose che sono state dette su di lui, incluso il suo adattamento al tennis odierno, forse non è stata data sufficiente importanza al fatto che Federer, ad un certo punto della sua carriera, ha dovuto per forza di cose modificare il suo gioco, andando anche contro il proprio orgoglio, per cercare di trovare delle controffensive al gioco dei suoi nuovi rivali. Ad un certo punto è arrivato Nadal, e poi Djokovic e Murray, e lo svizzero ha dovuto affinare e rafforzare le sue armi per affrontare questi giocatori, modificando movimenti e dosando l’energia in base alla necessità del momento e all’avversario.
Con il suo magnifico stile offensivo, Federer si è negli anni adattato al gioco dei suoi rivali, per arrivare nella condizione di poter sempre attaccare. Ma non è stato un processo facile nè veloce, sia da realizzare mentalmente, sia da costruire pazientemente, ed infatti ci sono voluti anni, cocenti sconfitte che ancora bruciano, e anche infortuni, perchè Federer ultimasse questo cambiamento e diventasse quello che possiamo ammirare oggi.
Rainer Schüttler, ex n.5 del mondo ATP, ha dichiarato: “Federer è un giocatore estremamente completo, è affascinante osservare come lui usi una tattica diversa per ogni avversario che ha di fronte: sceglie con cura e precisione quando giocare uno slice corto oppure profondo, se usare o no il top spin, se servire più con rapidità o utilizzare piuttosto il kick. Questo è uno degli aspetti di lui che più mi impressionano”. Schüttler, ultimo tedesco a raggiungere una finale Slam nel 2005, aggiunge: “Il suo ritorno ai vertici del tennis mondiale è qualcosa di fantastico. Fino a pochi anni fa, molti lo davano per finito, dicevano che era il momento di Novak (Djokovic) e dei tennisti più giovani. E invece, quello che è riuscito a fare nell’ultimo anno è straordinario, sono molto contento sia per lui che per Nadal e per quello che hanno ottenuto: questo dimostra ancora una volta la qualità di questi giocatori.
Conclude l’ex n.5 del mondo: “Credo che Roger si diverta ancora molto giocando a tennis. Inoltre, fino a quando si sentirà in forma e sentirà di poter ancora competere con i migliori, non credo si ritirerà dal tennis, quindi molte cose sono ancora possibili. Io mi auguro che continui a giocare il più a lungo possibile!“