Comincia il Roland Garros ed è subito prova del nove per la più lucente speranza nostrana che affronta il solito primo turno “diversamente comodo” (su quattro partecipazioni ha già pescato Goffin, Kachanov e Wawrinka all’esordio, d’altra parte con la sua classifica può succedere).Dopo un momento di follia (quattro break consecutivi, con Jannik che sciupa il vantaggio malamente in entrambi i casi) il servizio riprende il comando e il set sembra avviato a un giusto tie break: 6-5 Sinner, 40/15 Goffin. A quel punto il belga sbaglia un punto comodo, il nostro eroe si accende e, dopo aver agguantato la parità, gioca un quindici che ha il sapore della svolta, chiamando a rete Goffin con una palla corta per poi sparargli un passante robusto con il dritto. Il primo set point si concretizza grazie sull’errore di misura di David. I segnali positivi non sono mancati, ma tutti i dubbi sono sulla tenuta, vedremo presto se la severa lezione romana di Dimitrov è stata utile.Il secondo set comincia subito forte, con un game fiume in cui Jannik parte distratto e ne combina di ogni colore (compresi due doppi falli) ma salva tre palle break e tiene la battuta. Nel secondo game Sinner gioca bene, la sua profondità con il rovescio mette in ambasce Goffin e, nonostante qualche difficoltà a chiudere con lo smash (in ben due occasioni è costretto a ripetere questo colpo per tre volte di fila per vincere il punto) porta a casa un break fondamentale, per poi scappare sul tre a zero. Adesso Goffin è decisamente a corto di soluzioni e di fiducia, Sinner sente l’odore del sangue e chiude 6-0 con una ferocia che rimanda a più alti esempi. Tornano quelle sensazioni capitoline, i prodromi di un Sinner dittatoriale e crudele, tanto che una piccola porzione di cuore si ritrova a solidarizzare con il buon David, ingiustamente martirizzato.Per il terzo parziale valgono le stesse precauzioni di cui sopra, ma ora i dubbi assomigliano sempre di più a pensieri scaramantici e ed esageratamente prudenti. Infatti il 3-0 di partenza incanala anche il terzo set, che si chiude 6-3 senza scossoni. Bravo Jannik, autorevole e autoritario ha tentennato un po’ all’inizio, d’altro canto era il suo primo assaggio di Roland Garros – e la prima partita della storia sotto il nuovo tetto del Philippe Chatrier – e l’emozione si è fatta sentire – sì sì, anche lui deve avere qualche farfalla nello stomaco, ma le nasconde bene – ma con l’andare del match ha sciolto il braccio e ha fatto sconquassi.Adesso sotto con la sorpresa Bonzi, sperando che non pesi troppo il ruolo di favorito. C’è una buona strada – buona nel senso di abbordabile, ma non certo scontata – fino agli ottavi di finale e Jannik ha il dovere di provarci con tutte le energie, restando focalizzato e sul pezzo come oggi. Da lui ci aspettiamo sempre tantissimo ed è giusto non fargli troppi sconti: se è vero che è soltanto la seconda volta che supera il turno d’esordio (in Australia ha perso con Fucsovic dopo essersi sbarazzato di Purcell), è altrettanto vero che le occasioni vanno sfruttate con coraggio e sfrontatezza a prescindere dall’età.