In questi giorni sta prendendo forma il calendario di ciò che rimane della stagione tennistica 2020, o meglio di ciò che si è salvato dalla pandemia di Coronavirus. Tra i superstiti illustri vi saranno gli US Open, in programma dal 31 agosto al 13 settembre, come annunciato dal governatore dello stato di New York Andrew Cuomo poche ore fa.
Lo Slam americano che dovrebbe giocarsi senza pubblico, sta però suscitando numerose perplessità tra i tennisti e molti, tra cui il numero 1 del mondo Novak Djokovic hanno espresso non poche riserve riguardo ai protocolli sanitari di sicurezza estremamente rigidi e di conseguenza dubbi ancor maggiori per la loro eventuale partecipazione.
Sulla questione US Open si è espresso anche un campione del recente passato, Tommy Haas. Il tedesco, ex numero 2 del mondo e tre volte ai quarti di finale sul cemento americano ha così commentato la conferma dello Slam: “Sono sicuro che gli organizzatori faranno del loro meglio per organizzare un torneo sicuro” sottolineando però come le limitazioni legate alla presenza dei membri del team per ogni singolo tennista possano indurre i partecipanti ad un eventuale diserzione: “Se fossi ancora in attività penserei in un primo momento che è fantastico tornare a giocare. Poi, riflettendoci bene e guardando gli scenari proposti dall’organizzazione, quando senti che puoi portare con te solo l’allenatore senza altri membri del team, ci penserei più volte a partecipare. La fortuna dei tennisti è che sono indipendenti, possono decidere loro dove e se giocare. Da appassionato, non posso che essere felice di rivedere il tennis. La gente non vede l’ora”.
Intanto come detto sopra Djokovic nei giorni indietro ha ipotizzato un eventuale forfait per prepararsi al meglio al Roland Garros (27 settembre/11 ottobre) e si è sparsa la voce di un torneo senza nessuno dei Big 3 (Federer infortunato e Nadal altrettanto perplesso).