Il Roland Garros appena concluso è stato da molti considerato come la peggiore edizione del torneo parigino ma, non solo problemi organizzativi hanno caratterizzato il secondo slam stagionale. Prestigiosi traguardi sportivi, record, ritiri ed assenze hanno segnato l’edizione 2016. Vediamo, insieme,alcuni buoni motivi perchè non verrà dimenticata molto facilmente:
1.La pioggia. Non accadeva da sedici anni, esattamente dal 25 maggio 2000, che a Parigi si annullasse il programma di un intera giornata a causa maltempo. Solo tre volte nella storia del torneo parigino è accaduto che non si giocasse neanche una quindici. La pioggerellina incessante, quest’anno, è stata la vera protagonista del torneo. Ci ha tenuto compagnia per tutta la durata del torneo rendendo i campi zuppi e pesanti e costringendo gli organizzatori a fare i salti mortali per restare entro i tempi stabili. Imponendo, spesso, ai giocatori di scendere in campo in condizioni, davvero, proibitive. Ricordiamo le parole di fuoco pronunciate dalla Halep e dalla Radwanka: “non gliene frega niente a nessuno se rischiamo un infortunio giocando sui questi campi!”. Per capire l’entità delle precipitazioni incorse su PArigi e su tutte l’Europa, basti pensare che il Louvre, venerdi, è rimasto chiuso per “procedere in modo preventivo, ad evacuare le opere situate in zona inondabile ” da una possibile esondazione della Senna. Ma, nonostante questo, il nuovo direttore del torneo, Guy Forget, a proposito del tetto mobile da realizzare sul campo centrale ha dichiarato che “non se ne parlerà prima del 2020”.
2.Il ritiro di Rafa Nadal. Il campione spagnolo ci ha aveva incantato qualche settimana fa a Madrid. Ma, nonostante questo, quanti di noi avrebbero scommesso su una sua vittoria a Parigi!?? Nessuno, però, voluto e potuto immaginare che il campione spagnolo si sarebbe dovuto ritirare dal torneo. Nadal ha dovuto ritirarsi in via cautelativa dal Roland Garros per il rischio di spezzare un tendine del polso sinistro. «E’ la conferenza stampa più difficile della mia carriera” ha detto la spagnolo davanti ai giornalisti riuniti per la straordinaria conferenza stampa. “Avrei potuto anche giocare con delle infiltrazioni, ma il medico mi ha detto che rischio di romperlo….ritirarsi, proprio, da questo torneo è davvero dura anche perché stavo giocando bene, tutta un’altra cosa rispetto all’anno scorso. Purtroppo sono cose che fanno parte della vita e del tennis, specie in questo periodo della mia carriera……sSpero di tornare qui almeno per un altro paio di anni e avere un’altra chance di vincere”. Un tristissimo e nerissimo Nadal si è, quindi, dovuto accontetare di festeggiare in barca a Formentera il suo trentesimo compleanno. Lo spagnolo ha inventato un nuovo modo di giocare a tennis ed ora, per i vari problemi fisici sembra incapace di giocare il tennis che lui stesso ha inventato. ci ha abitutato a grandi imprese e grandi ritorni ma, con il dominio di Djokovic e l’eta che avanza il sogno di realizzare la “decima ” sembra sempre più lontano.
3.Il forfait di Federer. Dopo avere perso in semifinale a Melbourne contro Novak Djokovic il campione svizzero non è stato più lo stesso. A causa di un infortunio occorso durante una passeggiata con le sue gemelline, Federer, si sarebbe lacerato il menisco (almeno questa è la versione ufficiale). E, quindi stato costretto al primo intervento in carriera, in artroscopia. Da allora sembra sempre annaspare nel tentativo di tornare quell di sempre! Tra dolori e dolorini, dalla fine di gennaio il trentaquatrenne svizzero ha disputato, solamente, due tornei. Montecarlo dove ha dovuto arrendersi a Tsonga e Roma dove, palesamente acciaccato, ha fatto quanto possibilie contro l’austriaco Domenic Thiem. A Parigi, per la prima volta, per un problema alla schiena non era neanche in tabellone. E’ il primo Slam che si è giocato senza il campione di Basilea. E, fa davvero uno strano effetto. Non sappiamo per quanto tempo ancora ci delizierà con le sue magie. Speriamo più a lungo possibile… Possiamo, però, immaginare che lo svizzero voglia apporre l’ultimo sigillo sull’erba di Wimbledon prima di salutare il suo pubblico.
5. 8/10. Sono le sconfitte racimolate da Andy Murray nelle dieci finali slam fin’ora disputate. Contro Novak Djokovic lo scozzese è sembrato la controfigura di se stesso, dando vita ad una delle finali più brutte che si ricordi. Dopo avere vinto per 6 giochi a 3 il primo set ed avere avuto una palla break nei primi games del secondo, è scomparso dal match. Totalmente non pervenuto al servizio è apparso in difficoltà anche sulla risposta. Ma il non si scompone : “La presenza di Djokovic, Federer e Nadal mi ha reso la vita molto più complicata, ma ho comunque vinto due Slam e sono stato vicino a vincere anche gli altri due. E in tutti i tornei importanti che ho vinto ho sempre battuto almeno uno di loro. Mi auguro di avere ancora qualche anno di tempo per provare a vincere anche Melbourne e Parigi, mi aiuterebbe, a fine carriera, a essere ancora più fiero dei risultati raggiunti” avrebbe dichiarato nella conferenza stampa di fine partita.
7.Career Grande Slam. Come dire: non solo Novak Djokovic! A Parigi, infatti, anche Martina Hingis e Leonardo Paes hanno realizzato il Career Grande Slam. Lo scorso anno, infatti, i due avevano trionfato in Australia, a Wimbledon e a New York; inoltre entrambi completano la loro collezione nel doppio misto, visto che il Roland Garros era l’unico titolo mancante nel loro palmares. Per Martina Hingis è il quinto titolo di doppio misto che va a sommarsi ai dodici slam nel doppio femminile ed ai cinque nel singolare. Mentre Leander Paes fa dieci titoli (nel doppio misto) cui si aggiungono gli otto Slam vinti nel doppio maschile.
9. Made in France. Dopo 45 anni una coppia tutta francese vince il torneo di doppio femminile. Era dal 1971, infatti, che non si assisteva ad una simile affermazione sulla terra parigina. Caroline Garcia e Kristina Mladenovic si sono sbarazzate in finale delle russe Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina. 6-3 2-6 6-4 il punteggio. Le due francesi classe 1993 ripetono così l’impresa delle connazionali Chanfreau e Durr conquistando la coppa Simonne Mathieu
10. Orazi e Curiazi. Restiamo in tema di doppio e commentiano quello maschile . Una battaglia tra famiglie rivali quella per contendersi la coppa Jacques Brugnon che ha visto opposti i fratelli Lopez (Marc e Feliciano) ai fratelli Bryan (Bob e Mike). La coppia spagnola ha conquistato la coppa con il punteggio 6-4 6-7 6-3 il suo primo slam. Per i gemelli americani, invece, si è trattato della quinta sconfitta subita in finale al Roland Garros (la seconda consecutiva) dopo le tre vittorie già in bacheca. Grazie a questo risultato
Perdonatemi, infine, un extra undicesimo ultimo motivo riservato alla bellissima campionessa di questa edizionie dei Roland Garros!
12. Garbine Muguruza. Bella, alta (1,82), due gambe da schianto, sexy, 22 anni. E’ la nuova campionessa del Roland Garros. Checchè ne pensasse Patrick Mouratoglu! Ha dato una lezione di tattica alla navigata e, ormai, quasi veterana, Serena Williams La spagnola di padre venezuelano ha dichiarato la vittoria anche al suo paese d’origine “Ricevo da entrambi i paesi un grande appoggio, io non gioco solo per la Spagna….Il Roland Garros significa molto per la Spagna….. ma non vuol dire che il successo non sia anche per il tennis venezuelano” ha dichiarato la bella Garbine. Una vera picchiatrice. A differenza delle sue connazionali , non ha vauto paura di osare e di tenere ritmi serratissimi. Sia di diritto, di rovescio. “Non ho nulla da perdere” aveva dichiarato poco prima della finale. In un ora e 43 minuti ha annichilito la Williams con il puntegio di 7-5 6-4 dopo avere sciupato quattro match point! «Noi tenniste ci odiamo tutte, letteralmente, e se qualcuno dice il contrario allora sta mentendo” aveva dichiarato la Muguruza ad inizio anno. “Siamo tutte molto competitive e passiamo il nostro tempo viaggiando, non è facile fare amicizia tra noi perché siamo sempre in competizione una contro l’altra.” Oggi invece, non riesce ad esprimere le sue emozioni. Non posso spiegare quello che sto vivendo in questo momento. È un’emozione troppo grande, solo vivendo questi attimi ci si può rendere conto di quale impatto possano avere non solo sulla carriera, ma su tutta la vita. Ho lavorato tantissimo per arrivare fin qui.