CERTEZZE. Un’altra stagione volge al termine e niente da fare, siamo sicuri di una cosa: o Federer o Nadal o Djokovic si prendono il palcoscenico slam. Chiunque asserisca il contrario, ha palesi lacune di analisi. È bello sempre immaginare che il next gen di turno sia quello giusto, quel tipo di giocatore capace di farci battere il cuore come fanno loro ormai da 15 maledetti anni. Un dato basta e avanza: chi ha vinto gli slam quest’anno? Risposta: 2 Nole e 2 Rafa. Federer si è presentato in finale una volta e ha giocato semifinale. I cinque set sono il loro territorio. Direte voi: ma a NY non è andata proprio così. La risposta è che Federer è ancora sconvolto dal quinto set perso con Djokovic e quest’ultimo è stato battuto più dalla sua spalla che dagli avversari. Finirà il loro regno perché tutto nella vita ha inevitabilmente una fine. Anche le cose più speciali prima o poi finiscono. Loro ci stanno facendo credere che non finiranno mai. In un certo senso è così, rimarranno per sempre i loro nomi scritti a fuoco nella storia. Ma lo stesso Nadal ha ammesso che sa che prima o poi tutto questo finirà.
NOVITA’. La novità ha un nome serio e un mood unico: il martello russo Daniil Medvedev. Quando la Russia si prende l’America. Spaventosa la sua prestazione negli States, dove ha preso a martellate gli avversari per un mese intero. E non che prima il russo si fosse risparmiato. Finalista a Birsbane, killer di Djokovic a Montecarlo, finalista Barcellona, finalista a Montreal, finalista a Washington, vincitore di Cincinnati e finalista a New York. Un’impressionante record di 50 vittoria in 67 partite. A gennaio era il numero 19 del mondo, ora è il numero 4. Impressionano la potenza, ma quella l’abbiamo ammirata in tanti altri grandi prospetti; lascia allibiti il modo in cui ha affrontato le settimane americane: da veterano, capace di giocare con il pubblico e far parlare di sé anche per le sue uscite non proprio da galateo, ma in maniera più furba del solito Kyrgios. Nelle novità merita un posto d’onore al pari del russo anche il nostro fantastico Matteo Berrettini. Volendo fare i precisi sulle statistiche l’anno di Matteo fa ancora più paura di quello di Daniil. Matteo era 53 del mondo a gennaio, oggi è 13. Un salto spaventoso, condito da prestazioni di altissimo livello su tutte le superfici, cosa che tanto per dire al russo non è riuscita. Certo lui ha vinto un 1000, ma Matteo ha letteralmente spaccato su terra, erba e cemento. Certo, si tratta di tornei ATP 250 e non è intenzione di chi scrive incensare troppo il ragazzo. Ma il suo anno è da incorniciare e tenere come solido punto di partenza per una crescita, celebrata dalla semifinale persa ma combattuta contro un mostro sacro come Nadal. A suon di servizi devastanti, dritti dirompenti e un rovescio ogni istante più efficace. Il futuro è suo e lo ha detto anche Rafa.
Gli altri next gen si sono alternati senza continuità. Ma escluderli è prematuro. Auger Aliassime e Tsitsipas sono di sicuro tra i più pronti, ma come accadrà anche a Matteo dovranno essere pronti per affrontare la stagione da top player, imparando dai big 3 a programmare con più intelligenza e scaltrezza i tornei. Tsitsi ha giocato troppo ed è arrivato in fondo senza benzina. Aliassime deve crescere sotto molti aspetti.
Cosa ci aspetta ora?
Settembre e Ottobre sono i mesi della Laver Cup e dello spostamento del circuito in Oriente. La Laver Cup è, per chi non lo sapesse, l’equivalente della Ryder Cup di golf: Europa vs Resto del mondo. Si gioca dal 2017 e per ora nelle due edizioni ha sempre vinto l’Europa, forte di aver in squadra almeno due dei big 3. Si gioca sempre 6 vs 6 con Borg e McEnroe come rispettivi capitani. Quest’anno ci saranno per l’Europa: Nadal, Federer, Thiem, Zverev, Tsitsipas e il nostro Fognini. Il resto del mondo è rappresentato, per ora, da 5 giocatori: Anderson, Isner, Raonic, Kyrgios e Shapovalov. Sembra di nuovo scritta la vittoria europea ma non si sa mai. Superato l’entusiasmo della Laver Cup, ci attendono i torneo del Sol Levante. Gli appuntamenti più interessanti saranno Pechino e Tokyo, entrambi ATP 500. Mentre il culmine sarà il penultimo 1000 dell’anno a Shangai.
Novembre è il mese conclusivo della stagione con le Next Gen Finals e le Nitto ATP Finals.
A Novembre avremo il quadro completo di un 2019 ricco di spunti.
Vi lasciamo con alcune domande: Quanto durerà il dominio dei big 3? Siamo agli sgoccioli o la resa è ancora lontana? Quale Next Gen si imporrà? Chi sarà la stella della fase finale della stagione?