Mille modi per riutilizzare vecchie palline da tennis e da padel

Ogni anno si producono milioni di palline, eppure, nonostante i progressi tecnologici compiuti nell'ambito dello smaltimento e del riciclo dei rifiuti, risulta ancora difficile sfruttare l'enorme quantità di gomma e di altri materiali contenuti nelle sfere da gioco.

[tps_title]NON BUTTARLE VIA![/tps_title]

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Anche la produzione di articoli per lo sport, ovviamente, non è esente da queste problematiche. Avete mai pensato a quante palline da tennis o da padel si possano utilizzare nel corso di una sola carriera sportiva, anche a livello amatoriale? Chi gioca due o tre volte alla settimana, probabilmente, consumerà, circa dai tre ai quattro tubi di palline al mese. Ciò significa trentasei in un anno, che equivalgono a 144 palline.

Si pensi che nelle sole due settimane di durata del torneo di Wimbledon si utilizzano circa 55.000 palline. Trentamila ne sono state usate durante gli US Open. Per quanto riguarda la produzione mondiale, si attesta su 300 milioni di palline, di cui 125 milioni solo negli Stati Uniti. Di queste, ben 100 milioni finiscono in discarica, contribuendo ad aumentare la produzione di gas nocivi per l’ambiente.

Le palline, sia da tennis sia da padel, sono costituite da due impasti di gomma, nerofumo, zolfo ed altre sostanze che vengono incollate tra loro attraverso un processo di vulcanizzazione. Su di esse vengono poi applicate con uno strato di colla due linguette di feltro (fatto di lana e di fibre sintetiche), indispensabile sia per aumentare l’attrito con l’aria della pallina, che altrimenti diverrebbe incontrollabile, sia per consentirne una maggiore presa con le corde della racchetta.

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