Eliminati a New York i medagliati di Parigi: l’insostenibile leggerezza del sogno olimpico

Djokovic, Alcaraz e Musetti, i medagliati di Parigi olimpica, già fuori dallo Slam newyorkese

Prima di tutto, una doverosa premessa. Da vecchio appassionato di tennis, per quanto mi riguarda, l’oro olimpico non conferisce lo stesso prestigio che invece riserva al vincitore il successo in uno Slam: storicamente, la grandezza di un tennista deriva da altri elementi che niente hanno a che vedere con i Giochi.

Tuttavia molti tennisti, soprattutto negli ultimi anni, hanno messo nel mirino quadristagionale il podio Olimpico e la vittoria ai Giochi è diventata un sogno che rivaleggia per fama e fascino con la conquista di un Major.

Ne prendo volentieri atto perché se un protagonista del tennis mondiale come Novak Djokovic afferma che la vittoria alle Olimpiadi è il successo più importante della sua carriera, significa che la percezione globale dei Giochi sta cambiando radicalmente e rapidamente all’interno del nostro sport.

Esaurita la doverosa precisazione, tuttavia dobbiamo riconoscere con obiettività che per inseguire il sogno olimpico il prezzo da pagare per un tennista è molto alto. Ho già ricordato altrove che le Olimpiadi di Tokyo hanno probabilmente impedito a Djokovic di realizzare il Grande Slam nel 2021 ma anche l’edizione parigina dei Giochi ha preteso un conto salatissimo dai tennisti che vi hanno preso parte.

I quattro semifinalisti di Parigi sono già stati eliminati da Flushing Meadows, il quarto Slam stagionale newyorkese: Felix Auger-Aliassime subito al primo turno, Alcaraz al secondo, mentre Djokovic e Musetti al terzo round.

Addirittura il serbo e lo spagnolo hanno perso giocando veramente male, e non lo dico io, ma gli stessi protagonisti che per primi hanno criticato la pessima prestazione fornita in campo. E la loro eliminazione è un evento addirittura quasi epocale perché agli US Open non accadeva dall’anno 2000 che due delle tre prime teste di serie non arrivassero alla seconda settimana.

Per Lorenzo Musetti il discorso è lievemente differente. È stato sconfitto in quattro set dal n° 50 al mondo – l’americano Brandon Nakashima in evidente stato di grazia – giocando anche un tennis di alto livello, ma nel quarto parziale il carrarino ha sprecato addirittura un vantaggio di 4-0 con tanto di doppio break.

TOPSHOT – Spain’s Carlos Alcaraz reacts following a point against Netherlands’ Botic van De Zandschulp during their men’s singles second round tennis match on day four of the US Open tennis tournament at the USTA Billie Jean King National Tennis Center in New York City, on August 29, 2024. (Photo by CHARLY TRIBALLEAU / AFP) (Photo by CHARLY TRIBALLEAU/AFP via Getty Images)

Comunque se i semifinalisti olimpici sono già stati tutti eliminati prematuramente, neppure per gli altri quattro giocatori giunti ai quarti di Parigi son tutte rose e fiori.

Stefanos Tsitsipas, ad onor del vero in profonda crisi tennistica, ha perso anche lui al primo turno americano dall’australiano Kokkinakis, mentre il norvegese Casper Ruud è approdato si alla seconda settimana ma ha dovuto sudare le proverbiali sette magliette nel corso dei cinque set che gli sono serviti per superare la giovane promessa cinese Shang.

Sembrano star meglio il padrone di casa Tommy Paul e lo stakanovista Alexander Zverev che a New York per ora non sembrano patire delle fatiche olimpiche. Aspettiamo comunque il prosieguo del torneo e vediamo cosa la sorte avrà in serbo per loro.

Le problematiche che le Olimpiadi generano nei confronti dei tennisti che vi partecipano sono connaturate al loro posizionamento temporale, ovvero dopo due Slam, Parigi e Londra, e prima dell’ultimo Major stagionale, Flushing Meadows.

Immaginate quale enorme dispendio di energia fisica e mentale comporti per un tennista essere competitivo nei quattro eventi stellari che si susseguono l’un l’altro con inesorabile rapidità.

Ed inoltre in questa edizione, come se non bastasse, bisogna anche considerare il cambio di continente, dall’Europa al Nord America, ed il cambio di superficie, dall’argilla al cemento.

Lorenzo Musetti in action during a men’s singles match at the 2024 US Open on Friday, Aug. 30, 2024 in Flushing, NY. (Andrew Ong/USTA)

Insomma, un delirio assoluto a livello organizzativo, di programmazione e di recupero psico-fisico, quasi impossibile da gestire da chicchessia. Per esempio, Djokovic non ha giocato nessuno dei due prestigiosi 1000 che precedono New York, mentre un pessimo Alcaraz ha disputato solo il secondo evento a Cincinnati, al pari di Musetti che però a Cincinnati almeno un match lo ha vinto.

E’ chiaro dunque come i tennisti siano chiamati a pagare un prezzo altissimo per onorare le Olimpiadi, come risulta evidente dalle eliminazioni eccellenti registrate allo Slam americano.

Non è mio il compito di stabilire come migliorare le condizioni generali dei giocatori che parteciperanno alle prossime Olimpiadi di Los Angeles. È vero che si svolgeranno negli Stati Uniti e che a tutti gli effetti daranno il via alla stagione nordamericana sul veloce, con minor problemi logistici rispetto a Parigi per tutti i protagonisti.

Tuttavia ritengo opportuno che CIO – Comitato Olimpico Internazionale – e ATP si pongano al più presto qualche domanda su come organizzare in modo più razionale il Torneo dei Giochi perché ritengo che qualche risposta in tal senso vada fornita agli atleti che lotteranno in futuro per il podio olimpico.

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