Naomi Osaka
UNA VENTUNENNE IN FINALE A MELBOURBNE – Naomi Osaka, classe 1997, nasce a Osaka, seconda città del Giappone da mamma giapponese e papà haitiano. A tre anni si trasferisce in Florida, e infatti possiede la doppia cittadinanza giapponese e statunitense, dove inizia ad allenarsi aiutata economicamente dalla federazione giapponese. Non parla bene il giapponese e infatti nelle interviste risponde in inglese e il suo idolo è Serena Williams. Già detentrice di 2 titoli di cui uno del Grande Slam, Naomi Osaka è anche la terza atleta nipponica nell’Era Open a vincere uno Slam e a qualificarsi per le WTA finals nello stesso anno.
AMA LE SFIDE IMPEGNATIVE – La giovane Osaka, giapponese dalla pelle nera, che infatti confonde non poco i suoi connazionali, è una tennista con pochi timori reverenziali, anzi, i suoi migliori match li ha giocati contro le top player, a cominciare dal suo esordio in Wta nel 2014, quando a soli 15 anni raccoglie il primo grande risultato e, arrivando dalle qualificazioni sconfigge Samantha Stosur nel torneo di Stanford. E’ comunque nel 2018 che la stella della giapponese comincia a brillare di una luce abbagliante, infatti Osaka riesce finalmente ad esprimere il suo miglior tennis superando la timidezza dovuta all’età anche nei grandi eventi, e anzi, si stupisce lei stessa di cosa riesca a fare, come quando vince a Indian Wells battendo giocatrici come Sharapova, Radwanska, Pliskova Halep e in finale Daria Kasatkina e poi si trova sul palco per la premiazione e continua a ridere, e non sa che cosa dire, impacciata e spaesata.
IMPACCIATA A PARLARE MA UNA FURIA IN CAMPO – Quello che riesce a fare sul campo comunque è ben altra cosa. E’ capace di tirare la prima di servizio a oltre 200 km all’ora, valore che la colloca tra le prime dieci della storia dell’intera WTA, e il suo timing perfetto le permette di giocare un dritto devastante e un gioco da fondo solido e brillante. Praticamente lo stesso che ha messo in campo nella finale degli US Open contro Serena Williams, il suo idolo, la quale, messa all’angolo da una ragazzina, ha cominciato a inveire sull’arbitro che le aveva dato un warning per coaching, poi un punto di penalty per aver spaccato una racchetta, e infine un game di penalty per averlo insultato per tutto il set. Il tennis di Osaka è comunque fuori discussione e la migliore in campo si aggiudica il titolo di campionessa Slam, anche se non quello, che sarebbe stato lecito e giusto, di protagonista della serata. Ma buongiorno, anche questo è il tennis!
I WANNA BE THE VERY BEST – E Osaka è una conferma continua e infatti è ancora in finale in uno Slam, questa volta opposta ad un altro titano del tennis, Petra Kvitova. Durissimo fare un pronostico anche se i pronostici danno favorita la ceca. Comunque il motto di Osaka come già dichiarato in un’intervista dopo la vittoria US Open è sempre la strofa della sigla dei Pokemon “I wanna be the very best, like no one ever was” … e per una campionessa mi sembra perfetta.
Carlos Alcaraz non sarà al via del Mutua Madrid Open 2025. Una notizia amara per…
Nel tennis non c'è colpo che dica più chiaramente “sono io che comando” del servizio.…
Un’assenza pesante sul rosso di Madrid Carlos Alcaraz non sarà al via del Masters 1000…
Una nuova sfida per una leggenda del tennis Andre Agassi, ex numero uno del mondo…
Il Madrid Open entra nel vivo e l’Italia si presenta all’appuntamento con una nutrita pattuglia…
La rincorsa alla Top 10 riparte dalla Caja Mágica Dopo il forfait al torneo ATP…