Aureliano Fiorini
18 Agosto 2017
Prima o poi, nella carriera di una tennista, diventa necessario e naturale affrontare il tema della maternità. La architettura sociale del mondo contemporaneo non viene particolarmente incontro alle signore – anche fuori dal campo da tennis – che vogliono diventare mamme: un mondo dove la precarietà delle posizioni e delle relazioni e dove la religione del dio carriera fanno ritardare sempre più il giorno in cui affrontare la questione della maternità, condendola pure di dubbi spesso poco legittimi. Fra gli esempi più famosi dall’attualità ci sono Vika Azarenka e Serena Williams: la prima, già rientrata nel circuito, è costretta ad allontanarsi dal campo per intraprendere una battaglia legale per l’affidamento del piccolo Leo, dopo il divorzio dal compagno. La seconda ha programmato il rientro nel 2018, e promette di tornare a vincere tornei grazie alla forza e alla serenità regalatale proprio dalla maternità. Ma molti altri esempi vengono anche dal passato: fra chi ha vinto durante e dopo la gravidanza, ma anche fra chi ha scelto di interromperla per salvaguardare la propria carriera. Una scelta di vita, che non è circoscritta solo al mondo del tennis. Voi cosa ne pensate?
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