Lo immagino seduto su una scomoda sedia di plastica in un campo isolato, nella calura del gennaio australiano
Magari nel suo borsone Volkl oltre alle sgargianti racchette gialle si poteva trovare anche qualche mazza da golf
Limpida si materializza nella mia mente la figura di Braasch sorseggiare un Martini mentre sceglieva un ferro cinque poche ore prima della partita
Si considerava ormai un ex giocatore, il meglio era alle spalle
Era pronto ad appendere la racchetta al chiodo nel totale anonimato
Ormai quotidianamente il suo pacchetto di Marlboro lo fumava. Tanto valeva metterselo in borsa.
E perché non aggiungere anche un paio di birre locali?
Si era offerto di sfidare queste due promettenti e affamate sorelle, convinte a dismisura dei loro mezzi
Mi piacerebbe essere stato lì sui vuoti spalti a veder Serena incartarsi su un dritto in chop
Oppure a notare il disappunto di Venus nel poter solo ammirare la palla corta millimetrica
Karsten sornione le fece letteralmente impazzire
Pagherei ancora oggi per avere una sua foto con la sigaretta tra le labbra e la birra a mo’ di integratore in un cambio campo
Il tutto per il tedesco fu semplicemente un modo per farsi un “grassa risata”
Oggi soltanto qualche addetto ai lavori si ricorda di quest’aneddoto
Quasi nessuno si ricorda di Karsten Braasch
Quasi nessuno ricorda le sue vittorie contro Lendl, Edberg, Chang e Medvedev
Quasi nessuno ricorda il suo look da professore di filosofia
Quasi nessuno ricorda il suo innaturale servizio, il suo slice, la sua palla corta
Io, invece, che sono nato e morirò unorthodox
Qui tesso la lode di Karsten Braasch, tennista.