[tps_title]#4 Monica Seles, 1993[/tps_title]
E’ questo probabilmente uno dei più tristemente noti episodi che riguardino il tennis, ed una delle pagine peggiori della storia di questo sport: stiamo parlando della folle aggressione ai danni di Monica Seles, una delle più forti giocatrici di sempre, la cui carriera dopo quel giorno venne, di fatto, stroncata, o quantomeno decisamente pregiudicata. La serba era all’epoca appena diciannovenne, ma dominava il circuito già da due stagioni, con ben otto Major conquistati tra il ’91 e l’inizio del ’93 e due anni da numero uno della classifica mondiale. Era, insomma, già lanciata come una delle stelle più brillanti, in grado di togliere lo scettro a Steffi Graff e di infrangere record su record.
Da quel giorno, però, tutto cambiò. Durante il suo incontro con la bulgara Magdalena Maleeva, infatti, Monica venne accoltellata alla schiena da un pazzo, che si professava tifoso proprio della sua rivale, Steffi, e, anche se la ferita non fu particolarmente grave, le lasciò una cicatrice indelebile a livello mentale, per cui non riuscì mai a riprendersi. Il suo aggressore venne processato, ma con una sentenza scandalosa venne condannato solamente a due anni di libertà vigilata, e la Seles decise di non giocare mai più in Germania. Non fu migliore il comportamento della WTA e delle sue colleghe, che non consentirono né la sospensione del torneo di Amburgo, vinto dalla Graff, né il congelamento della prima posizione del ranking per la serba. Guarita dalla ferita dopo poco tempo, Monica cadde in depressione, sviluppando un problema alimentare che la fece ingrassare più di trenta chili, e non disputò più alcun incontro per ben due anni. Al suo ritorno, nel 1995, dopo essere stata naturalizzata statunitense, non era ormai più la stessa, e, pur vincendo diverse Fed Cup con la sua “nuova” nazione e un titolo agli Australian Open nel ’96, non riuscì a tornare ai suoi livelli migliori. Il suo aggressore, insomma, ha sottratto al tennis una delle sue protagoniste migliori.