Leggi anche la prima parte: “La rivalità tra Federer e Nadal: le origini
Il 2006 è atteso come l’anno della definitiva consacrazione del duello tra i due. Si cercano soprattutto indicazioni riguardo a ciò che questi ragazzi fenomenali possano dare sulle superfici “sfavorevoli”, in modo tale da creare il presupposto finale per l’instaurazione di una rivalità a pieno regime. Ed in effetti, le attese non vengono affatto tradite. Sono ben 6 i duelli che li vedono come protagonisti lungo tutto l’arco dell’anno, con un bilancio di 4-2 in favore dello spagnolo.
Roger Federer inizia l’anno nientemeno che con la vittoria dell’Australian Open, rafforzando ulteriormente la sua leadership e la sua preponderanza sulle superfici veloci. Lo svizzero continua a sbalordire il pubblico con giocate di una tale finezza ed imprevedibilità da sembrare quasi irreali: unico ed inimitabile nel suo genere, Roger rappresenta l’anello di congiunzione tra il tennis degli anni ’90 (Sampras per esempio) e quello del nuovo millennio, “inaugurato” da Agassi e di cui Nadal rappresenta l’anima più potente di quegli anni. La prima sfida si ha a Montecarlo, su terra battuta: vittoria di Rafa in quello che poi diventerà praticamente il suo giardino di casa; ma tutto questo è soltanto il prologo di ciò che stava per succedere. Al Foro Italico, nella stupenda location romana, lo scontro si ripropone in finale. In quell’occasione si disputa la loro partita più lunga: 5 ore e 5 minuti di tennis fuori dal normale. Un’intensità pazzesca; ai top esasperati dello spagnolo si contrappongono ricami in drop ed a rete, a cross stretti di rovescio replicano vincenti di dritto pressoché imprendibili. Federer va avanti 4-1 nel decisivo set con due match point a favore. Le infinite risorse dello spagnolo però gli permettono di risalire la china e, a suon di “vamos“, Rafa si prende partita e trofeo davanti all’incredulità di un pubblico in estasi.
I mesi caldi dell’anno sono ancora nel segno di Rafa e Roger. Finale del Roland Garros, unico Slam fuori dal palmarès dello svizzero. Il 6-1 iniziale appannaggio di quest’ultimo lascia trasparire l’inizio di una giornata storica. Ma ancora una volta, il muro di Nadal non crolla: la sua reazione furiosa gli permette di concludere il match al quarto set e di sollevare la coppa dei Moschettieri. Adesso, per Federer, non resta che aspettare Wimbledon, torneo di cui detiene le chiavi di ingresso. Il suo cammino procede spedito fino alla finale; dall’altro lato della rete, tra lo stupore generale, ancora una volta c’è Nadal: stupore dettato dal fatto che il maiorchino è un giocatore prettamente da rosso e sull’erba aveva mostrato evidenti limiti. Il suo percorso di crescita procede veloce ma le armi a disposizione non sono ancora sufficienti per impensierire il maestro del verde: l’elvetico trionfa in quattro set, ribadendo la predominanza assoluta sul veloce. A conferma di questo dato, Federer ritrova lo spagnolo al Masters di fine anno, dove lo polverizza in due rapidi parziali, mettendo in evidenza il margine tecnico tra i due.
Arriviamo, con un salto temporale, al 2007, altra annata fantastica nel segno di questi due ragazzi: per il terzo anno consecutivo, a testimonianza del loro duopolio, Roger e Rafa si dividono tutte le prove dello Slam. E’ un fenomeno che ha dell’incredibile. La rivalità continua a distanza perché Federer si appropria nuovamente dell’Australian Open, uscendo però male dai tornei americani sul cemento (Indian Wells e Miami). Il loro primo scontro si ha nuovamente su terra battuta; Nadal vince a Roma ma le sue certezze sembrano vacillare nel torneo di Amburgo, all’epoca un 1000. L’elvetico, infatti, ottiene la sua prima vittoria su terra contro lo storico rivale, imponendosi al terzo e decisivo set con un perentorio 6-0. Le premesse per lo Slam parigino si fanno così decisamente più intriganti: il gioco più propositivo di Federer, che si adopera per limitare le risorse dell’avversario, sembra portare i suoi frutti. Rafa però trova a Parigi le sue condizioni ideali. I due si incontrano ancora una volta in finale con l’ennesima vittoria dello spagnolo in quattro set. Nulla da fare quindi per lo svizzero, costretto a rinviare l’appuntamento con il Roland Garros all’anno successivo.
La stessa trama si compone a Wimbledon, però a parti invertite. Nadal si spinge nuovamente fino all’atto conclusivo del torneo, dimostrando ulteriori miglioramenti su questa superficie. Ovviamente, sarebbe inutile sottolinearlo, c’è sempre il Re dall’altro lato del campo. Il livello di suspance raggiunto sul finale del quarto set è qualcosa di incredibile: 2-2 con l’inerzia dalla parte di Rafa che ha appena conquistato il parziale. Federer avverte la pressione come non mai: all’orizzonte, sempre più vicino, il record di cinque titoli consecutivi di Bjorn Borg, che tra l’altro siede in tribuna ad ammirare le gesta dei due campioni. Il culmine si tocca quando Roger, nel terzo e quinto gioco, è costretto ad annullare delle pesantissime palle break. La svolta emotiva lo trascina dritto fino alla vittoria: il celebre smash, seguito dalle lacrime in ginocchio sul campo, chiude uno dei match più intensi ed emozionanti degli ultimi anni. Gloria eterna per il campione svizzero, che entra di diritto nell’élite del tennis mondiale. Per Nadal, invece, la consapevolezza di rappresentare una valida alternativa allo strapotere tecnico dell’altro. L’annata si chiude con un altro incontro al Masters, il più breve della rivalità, dominato da Federer in due nettissimi parziali.
L’apice dell’intenso scontro, però, deve ancora arrivare.
Articolo pubblicato originariamente nel blog “Penne Sportive” (Pagina Facebook).