Lo strano caso di Grigor Dimitrov

Da vincitore delle ATP Finals a sconfitto al primo turno dal numero 405 del mondo: questa è la triste storia di Grigor Dimitrov.

Cosa sta succedendo a Grigor Dimitrov?

ATLANTA. L’ultimo triste capitolo della carriera di Dimitrov si svolge in Georgia, nel torneo ATP 250 di Atlanta. Il bulgaro per due volte in vantaggio nei parziali si arrende in due set a Kevin King, numero 405 del mondo. Sconfitta netta e inequivocabile. Che porta a fare riflessioni sulla carriera dell’eterna promessa bulgara.

BIO. Suo malgrado, Grigor Dimitrov è stato spesso più famoso per la sua vita fuori dal campo che non per il suo tennis. Le fidanzate sono uno dei motivi della sua celebrità: Maria Sharapova su tutti. Per molto tempo Grigor era il fidanzato tennista della campionessa russa. Storia finita e crescita tennistica inequivocabile. Del resto, il bulgaro è un signor tennista, spesso ce lo si dimentica.

Elastico, energetico e insindacabilmente spettacolare (per ulteriori informazioni, clicca qui), Dimitrov ha un gioco per certi versi molto simile a quello di Federer. Sottolineo per certi versi. Il modo di giocare il rovescio è pressoché identico e molto del gioco del bulgaro è ispirato allo svizzero, con risultati palesemente meno buoni del re di Basilea. Attacca con creatività e sa difendersi molto bene, alternando potenza e tocco. Giocatore a tutto campo, in sintesi. Uno dei giocatori più belli ed armoniosi da vedere nel circuito.

Professionista dal 2008, Dimitrov ha iniziato a imporsi nel circuito tra il 2013 e il 2014. In questi anni ha vinto 4 tornei dimostrando versatilità e un gioco adatto a tutte le superifici: Stoccolma indoor, il Queen’s su erba e Bucarest ed Acapulco su terra. Ogni anno ha continuato a crescere anche a livello slam: a Wimbledon raggiungerà la semifinale nel 2014, nello stesso anno arriva ai quarti in Australia, dove si ripete nel 2018; mentre ha storicamente una certa allergia alla terra Parigina. L’anno migliore della sua carriera ad oggi è il 2017. Vince 4 toreni, si issa alla numero 3 del mondo. Vince, dominando, le ATP Finals di Londra da assoluto outsider. Chi scrive era presente in quel torneo. Garantisco che Dimitrov stava giocando ad un livello pazzesco, quasi irritante. Ha spazzato via tutti, compreso il povero Goffin, violentato in due partite in cui non ha ben capito cosa stesse succedendo. Sembrava il suo momento. Il momento in cui Grigor avrebbe potuto seriamente insidiare le prime posizioni del mondo. Del resto era il numero 3 del mondo.

Il 2018 rappresenta l’inizio della fine. Problemi fisici, legati all’anca, e di forma e di gioco. Non vince più un torneo e inanella sconfitte e perde progressivamente tutti i punti che aveva racimolato con fatica in passato. Il declino è lento. Ma inesorabile. Il 2019 è un calvario. 11 vittorie e 11 sconfitte. Cocenti sconfitte da giocatori di non altissimo livello come Corentin Moutet o Federico Del Bonis.

Spiegare la crisi di un giocatore di così alto livello è impresa ardua. Certamente pensare che un giocatore classe 1991 sia già sul viale del tramonto è forse eccessivo. Il talento del bulgaro è fuori discussione e una fase difficile ci può stare in questi anni. Sarebbero dovuti essere i suoi anni, con Rafa, Nole e Roger ormai prossimi alle pensione. Invece no, quei tre sono ancora lì e occupano uno spazio ingombrante e Grigor non riesce ad andare oltre. A 28 anni Grigor deve ritrovare sé stesso e ritrovare la confidence sul suo gioco. Chi scrive crede ancora in lui. Nonostante tutto.

 

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